XVI MEETING Due Passi nel Mistero
Alle ore 10 ci ritroveremo al parcheggio del Santuario di S. Maria in Bressanoro, nel comune di Castelleone (via S. Maria). Un bellissimo sagrato immerso nel verde ci darà il benvenuto in questo gioiello del rinascimento, eretto da Bianca Maria (moglie di Francesco Sforza) per un voto, concedendolo al nobile portoghese Amadeo Mendes da Silva, ebreo sefardita convertito al cattolicesimo. Il territorio era, a quel tempo, sotto il dominio dei duchi di Milano e Bianca Maria aveva una predilezione particolare per Castelleone, situata in posizione politicamente e militarmente strategica a poca distanza da Brescia e dunque dai territori della Serenissima. La costruzione della magnifica chiesa prese avvio nel 1460, in luogo solitario dove sorgeva una chiesa plebana citata già nell'842, tra le più antiche del territorio cremonese. Fu qui che il da Silva fondò il nuovo ordine religioso degli Amadeiti (un appendice dei francescani) dedicando la chiesa alla Madonna di Guadalupe. Recenti studi propendono, come esecutore del progetto architettonico, per un maestro vicino al Filarete (se non egli stesso); si nota subito, infatti, il genio di una personalità illuminata, osservando la pianta, che è centrica, a croce greca con ampio vano centrale a pianta quadrata coperto da una cupola ottagonale e con bracci liberi, anch'essi a pianta quadrata e coperti da cupole, sul modello degli edifici cristiani di Terrasanta, a loro volta derivanti da prototipi costantinopolitani e bizantini. PIanta e alzato di questo santuario furono realizzati applicando il sistema compositivo basato sulla misurazione ad quadratum, che il Filarete descrisse nel Trattato e applicò nei suoi più impegnativi progetti architettonici, e in particolare nelle piante a croce greca inscritta nel quadrato. "Ed è proprio da questa suggestione di geometrica purezza che la chiesa riceve la sua impronta qualificante, sia nel sobrio esterno in mattone a vista sia nel solenne luminoso interno arricchito da affreschi tardoquattrocenteschi", che impregneranno di stupore i partecipanti. L'atmosfera interna rapisce fin sulla soglia con l'armonia delle forme, la brillantezza dei colori dei dipinti, la numerologia degli stucchi del Trotti, la mirabile fusione del quadrato e del cerchio per dare origine all'ottagono, che è protagonista.
Dopo la visita ci trasferiremo nella città murata di Pizzighettone, a nemmeno venti chilometri da Castelleone. Qui pranzeremo (è data libertà di scelta individuale tra il ristorante o il pranzo al sacco) e, verso le ore 14.30/15, inizieremo la visita con guida locale. La città vanta origini remote (etrusco-romane) e si trova lungo il corso del fiume Adda, che ne ha sempre condizionato le vicende storiche, politiche, economiche e architettoniche. Ancora oggi il paesaggio è caratterizzato dallo scorrere del fiume in mezzo alla città (lcollegata da ponti) e proprio sul fiume si trova la Torre del Guado, dove fu rinchiuso il re di Francia Francesco I di Valois nel 1525, di cui è possibile visitare gli ambienti. La visita guidata permetterà ai presenti di conoscere Pizzighettone, che presenta l'unica cerchia di mura pressochè integra in provincia di Cremona ed una delle più importanti tra quelle superstiti della Lombardia. Il percorso guidato si snoderà all'interno della cerchia muraria, lungo un suggestivo itinerario attraverso un susseguirsi di ambienti comunicanti coperti o sotterranei, proseguendo nel verde del fossato, facendo tappa presso il Rivellino, la Torre del Guado e l'area dell'ex Ergastolo, con le opprimenti Celle di Segregazione. Il centro storico annovera, inoltre, anche il Museo Civico con le sue esposizioni di reperti archeologici e il Museo di Arti e Mestieri, testimone della cultura del borgo rivierasco. Interessanti le chiese cittadine, tra cui spiccano la più importante, San Bassiano, e la più caratteristica, quella di San Pietro, imperdibile con la sua facciata variopinta di mosaici policromi, particolarità molto rara e appariscente, che nessuno si aspetterebbe di trovare proprio qui, nella pianura cremonese. Questo inusuale tipo di decorazione fu voluto dall’ultimo parroco don Pietro Mizzi (detto don Pierino, 1916-1999), che dal 1942 (specialmente, fra gli Anni Sessanta e Ottanta del Novecento) dedicò la propria vita a trasformare e abbellire la chiesa... Al termine di questa passeggiata storica e carica di curiosità, ci trasferiremo ad un paio di chilometri per raggiungere l'Eremo di Sant'Eusebio, dove faremo merenda in compagnia, in un'oasi verdeggiante.
Non mancate!
Maggiori informazioni https://www.duepassinelmistero2.com/products/xvi-meeting-due-passi-nel-mistero-23-settembre-2018/
Alle ore 10 ci ritroveremo al parcheggio del Santuario di S. Maria in Bressanoro, nel comune di Castelleone (via S. Maria). Un bellissimo sagrato immerso nel verde ci darà il benvenuto in questo gioiello del rinascimento, eretto da Bianca Maria (moglie di Francesco Sforza) per un voto, concedendolo al nobile portoghese Amadeo Mendes da Silva, ebreo sefardita convertito al cattolicesimo. Il territorio era, a quel tempo, sotto il dominio dei duchi di Milano e Bianca Maria aveva una predilezione particolare per Castelleone, situata in posizione politicamente e militarmente strategica a poca distanza da Brescia e dunque dai territori della Serenissima. La costruzione della magnifica chiesa prese avvio nel 1460, in luogo solitario dove sorgeva una chiesa plebana citata già nell'842, tra le più antiche del territorio cremonese. Fu qui che il da Silva fondò il nuovo ordine religioso degli Amadeiti (un appendice dei francescani) dedicando la chiesa alla Madonna di Guadalupe. Recenti studi propendono, come esecutore del progetto architettonico, per un maestro vicino al Filarete (se non egli stesso); si nota subito, infatti, il genio di una personalità illuminata, osservando la pianta, che è centrica, a croce greca con ampio vano centrale a pianta quadrata coperto da una cupola ottagonale e con bracci liberi, anch'essi a pianta quadrata e coperti da cupole, sul modello degli edifici cristiani di Terrasanta, a loro volta derivanti da prototipi costantinopolitani e bizantini. PIanta e alzato di questo santuario furono realizzati applicando il sistema compositivo basato sulla misurazione ad quadratum, che il Filarete descrisse nel Trattato e applicò nei suoi più impegnativi progetti architettonici, e in particolare nelle piante a croce greca inscritta nel quadrato. "Ed è proprio da questa suggestione di geometrica purezza che la chiesa riceve la sua impronta qualificante, sia nel sobrio esterno in mattone a vista sia nel solenne luminoso interno arricchito da affreschi tardoquattrocenteschi", che impregneranno di stupore i partecipanti. L'atmosfera interna rapisce fin sulla soglia con l'armonia delle forme, la brillantezza dei colori dei dipinti, la numerologia degli stucchi del Trotti, la mirabile fusione del quadrato e del cerchio per dare origine all'ottagono, che è protagonista.
Dopo la visita ci trasferiremo nella città murata di Pizzighettone, a nemmeno venti chilometri da Castelleone. Qui pranzeremo (è data libertà di scelta individuale tra il ristorante o il pranzo al sacco) e, verso le ore 14.30/15, inizieremo la visita con guida locale. La città vanta origini remote (etrusco-romane) e si trova lungo il corso del fiume Adda, che ne ha sempre condizionato le vicende storiche, politiche, economiche e architettoniche. Ancora oggi il paesaggio è caratterizzato dallo scorrere del fiume in mezzo alla città (lcollegata da ponti) e proprio sul fiume si trova la Torre del Guado, dove fu rinchiuso il re di Francia Francesco I di Valois nel 1525, di cui è possibile visitare gli ambienti. La visita guidata permetterà ai presenti di conoscere Pizzighettone, che presenta l'unica cerchia di mura pressochè integra in provincia di Cremona ed una delle più importanti tra quelle superstiti della Lombardia. Il percorso guidato si snoderà all'interno della cerchia muraria, lungo un suggestivo itinerario attraverso un susseguirsi di ambienti comunicanti coperti o sotterranei, proseguendo nel verde del fossato, facendo tappa presso il Rivellino, la Torre del Guado e l'area dell'ex Ergastolo, con le opprimenti Celle di Segregazione. Il centro storico annovera, inoltre, anche il Museo Civico con le sue esposizioni di reperti archeologici e il Museo di Arti e Mestieri, testimone della cultura del borgo rivierasco. Interessanti le chiese cittadine, tra cui spiccano la più importante, San Bassiano, e la più caratteristica, quella di San Pietro, imperdibile con la sua facciata variopinta di mosaici policromi, particolarità molto rara e appariscente, che nessuno si aspetterebbe di trovare proprio qui, nella pianura cremonese. Questo inusuale tipo di decorazione fu voluto dall’ultimo parroco don Pietro Mizzi (detto don Pierino, 1916-1999), che dal 1942 (specialmente, fra gli Anni Sessanta e Ottanta del Novecento) dedicò la propria vita a trasformare e abbellire la chiesa... Al termine di questa passeggiata storica e carica di curiosità, ci trasferiremo ad un paio di chilometri per raggiungere l'Eremo di Sant'Eusebio, dove faremo merenda in compagnia, in un'oasi verdeggiante.
Non mancate!
Maggiori informazioni https://www.duepassinelmistero2.com/products/xvi-meeting-due-passi-nel-mistero-23-settembre-2018/
Alle ore 10 ci ritroveremo al parcheggio del Santuario di S. Maria in Bressanoro, nel comune di Castelleone (via S. Maria). Un bellissimo sagrato immerso nel verde ci darà il benvenuto in questo gioiello del rinascimento, eretto da Bianca Maria (moglie di Francesco Sforza) per un voto, concedendolo al nobile portoghese Amadeo Mendes da Silva, ebreo sefardita convertito al cattolicesimo. Il territorio era, a quel tempo, sotto il dominio dei duchi di Milano e Bianca Maria aveva una predilezione particolare per Castelleone, situata in posizione politicamente e militarmente strategica a poca distanza da Brescia e dunque dai territori della Serenissima. La costruzione della magnifica chiesa prese avvio nel 1460, in luogo solitario dove sorgeva una chiesa plebana citata già nell'842, tra le più antiche del territorio cremonese. Fu qui che il da Silva fondò il nuovo ordine religioso degli Amadeiti (un appendice dei francescani) dedicando la chiesa alla Madonna di Guadalupe. Recenti studi propendono, come esecutore del progetto architettonico, per un maestro vicino al Filarete (se non egli stesso); si nota subito, infatti, il genio di una personalità illuminata, osservando la pianta, che è centrica, a croce greca con ampio vano centrale a pianta quadrata coperto da una cupola ottagonale e con bracci liberi, anch'essi a pianta quadrata e coperti da cupole, sul modello degli edifici cristiani di Terrasanta, a loro volta derivanti da prototipi costantinopolitani e bizantini. PIanta e alzato di questo santuario furono realizzati applicando il sistema compositivo basato sulla misurazione ad quadratum, che il Filarete descrisse nel Trattato e applicò nei suoi più impegnativi progetti architettonici, e in particolare nelle piante a croce greca inscritta nel quadrato. "Ed è proprio da questa suggestione di geometrica purezza che la chiesa riceve la sua impronta qualificante, sia nel sobrio esterno in mattone a vista sia nel solenne luminoso interno arricchito da affreschi tardoquattrocenteschi", che impregneranno di stupore i partecipanti. L'atmosfera interna rapisce fin sulla soglia con l'armonia delle forme, la brillantezza dei colori dei dipinti, la numerologia degli stucchi del Trotti, la mirabile fusione del quadrato e del cerchio per dare origine all'ottagono, che è protagonista.
Dopo la visita ci trasferiremo nella città murata di Pizzighettone, a nemmeno venti chilometri da Castelleone. Qui pranzeremo (è data libertà di scelta individuale tra il ristorante o il pranzo al sacco) e, verso le ore 14.30/15, inizieremo la visita con guida locale. La città vanta origini remote (etrusco-romane) e si trova lungo il corso del fiume Adda, che ne ha sempre condizionato le vicende storiche, politiche, economiche e architettoniche. Ancora oggi il paesaggio è caratterizzato dallo scorrere del fiume in mezzo alla città (lcollegata da ponti) e proprio sul fiume si trova la Torre del Guado, dove fu rinchiuso il re di Francia Francesco I di Valois nel 1525, di cui è possibile visitare gli ambienti. La visita guidata permetterà ai presenti di conoscere Pizzighettone, che presenta l'unica cerchia di mura pressochè integra in provincia di Cremona ed una delle più importanti tra quelle superstiti della Lombardia. Il percorso guidato si snoderà all'interno della cerchia muraria, lungo un suggestivo itinerario attraverso un susseguirsi di ambienti comunicanti coperti o sotterranei, proseguendo nel verde del fossato, facendo tappa presso il Rivellino, la Torre del Guado e l'area dell'ex Ergastolo, con le opprimenti Celle di Segregazione. Il centro storico annovera, inoltre, anche il Museo Civico con le sue esposizioni di reperti archeologici e il Museo di Arti e Mestieri, testimone della cultura del borgo rivierasco. Interessanti le chiese cittadine, tra cui spiccano la più importante, San Bassiano, e la più caratteristica, quella di San Pietro, imperdibile con la sua facciata variopinta di mosaici policromi, particolarità molto rara e appariscente, che nessuno si aspetterebbe di trovare proprio qui, nella pianura cremonese. Questo inusuale tipo di decorazione fu voluto dall’ultimo parroco don Pietro Mizzi (detto don Pierino, 1916-1999), che dal 1942 (specialmente, fra gli Anni Sessanta e Ottanta del Novecento) dedicò la propria vita a trasformare e abbellire la chiesa... Al termine di questa passeggiata storica e carica di curiosità, ci trasferiremo ad un paio di chilometri per raggiungere l'Eremo di Sant'Eusebio, dove faremo merenda in compagnia, in un'oasi verdeggiante.
Non manca
Nel bellissimo sagrato immerso nel verde abbiamo ammirato questo gioiello del rinascimento, eretto da Bianca Maria (moglie di Francesco Sforza) per un voto, concedendolo al nobile portoghese Amadeo Mendes da Silva, ebreo sefardita convertito al cattolicesimo.
Il territorio era, a quel tempo, sotto il dominio dei duchi di Milano e Bianca Maria aveva una predilezione particolare per Castelleone, situata in posizione politicamente e militarmente strategica a poca distanza da Brescia e dunque dai territori della Serenissima. La costruzione della magnifica chiesa prese avvio nel 1460, in luogo solitario dove sorgeva una chiesa plebana citata già nell'842, tra le più antiche del territorio cremonese. Fu qui che il da Silva fondò il nuovo ordine religioso degli Amadeiti (un appendice dei francescani) dedicando la chiesa alla Madonna di Guadalupe (solo più tardi la dedicazione cambiò in Santa Maria di Bressanoro). Recenti studi, come abbiamo già detto, propendono, come esecutore del progetto architettonico, per un maestro vicino al Filarete (se non egli stesso); si nota subito, infatti, il genio di una personalità illuminata, osservando la pianta, che è centrica, a croce greca con ampio vano centrale a pianta quadrata coperto da una cupola ottagonale e con bracci liberi, anch'essi a pianta quadrata e coperti da cupole, sul modello degli edifici cristiani di Terrasanta, a loro volta derivanti da prototipi costantinopolitani e bizantini.
PIanta e alzato di questo santuario furono realizzati applicando il sistema compositivo basato sulla misurazione ad quadratum, che il Filarete descrisse nel Trattato e applicò nei suoi più impegnativi progetti architettonici, e in particolare nelle piante a croce greca inscritta nel quadrato. "Ed è proprio da questa suggestione di geometrica purezza che la chiesa riceve la sua impronta qualificante, sia nel sobrio esterno in mattone a vista sia nel solenne luminoso interno arricchito da affreschi tardoquattrocenteschi", elementi che hanno riempito di stupore i partecipanti. L'atmosfera interna rapisce fin sulla soglia con l'armonia delle forme, la brillantezza dei colori dei dipinti, la numerologia degli stucchi del Trotti, la mirabile fusione del quadrato e del cerchio per dare origine all'ottagono, che è protagonista.
- Pizzighettone
Dopo la visita mattutina, fattasi l'ora del desco, ci siamo recati con le auto (una bella impresa tenere testa a un corteo di una decina di macchine nell'ora di punta domenicale!) nella città murata di Pizzighettone, a nemmeno venti chilometri da Castelleone. Qui abbiamo pranzato (dando libertà di scelta individuale tra il ristorante o il pranzo al sacco) e, verso le ore 14.30 ci siamo recati al Museo della cultura locale in Piazza d'Armi per l'incontro con la guida, un preparatissimo signore, appassionato della storia e delle vicende del territorio. Egli ha saputo trasmetterle anche a noi e lo ringraziamo. La città vanta origini remote (etrusco-romane) e si trova lungo il corso del fiume Adda, che ne ha sempre condizionato le vicende storiche, politiche, economiche e architettoniche. Ancora oggi il paesaggio è caratterizzato dallo scorrere del fiume in mezzo alla città (collegata da ponti) e proprio sul fiume si trova la Torre del Guado, dove fu rinchiuso il re di Francia Francesco I di Valois nel 1525, di cui è possibile visitare gli ambienti. La visita guidata ha consentito ai presenti di conoscere Pizzighettone, che presenta l'unica cerchia di mura pressochè integra in provincia di Cremona ed una delle più importanti tra quelle superstiti della Lombardia.
Il percorso guidato si è snodato all'interno della cerchia muraria, lungo un suggestivo itinerario caratterizzato da un susseguirsi di ambienti comunicanti coperti o sotterranei, proseguendo nel verde del fossato, facendo tappa presso il Rivellino, la Torre del Guado e l'area dell'ex Ergastolo, con le opprimenti Celle di Segregazione, in cui si osservano numerosi graffiti e disegni lasciati dai carcerati.
Il centro storico annovera, inoltre, il Museo Civico con le sue esposizioni di reperti archeologici. Interessanti le chiese cittadine, tra cui spiccano la più importante, la Collegiata di San Bassiano, che custodisce gelosamente i tre doni che le furono elargiti dal re di Francia, una volta rilasciato: un reliquiario con la Sacra Spina, un manto regale e un paliotto d'altare (si possono vedere esclusivamente dietro espressa richiesta formalizzata al parroco perchè vi sono stati tentativi di furto).
La più caratteristica tra le chiese pizzighettesi è quella di San Pietro, imperdibile con la sua facciata variopinta di mosaici policromi, particolarità molto rara e appariscente, che nessuno si aspetterebbe di trovare proprio qui, nella pianura cremonese. Questo inusuale tipo di decorazione fu voluto dall’ultimo parroco don Pietro Mizzi (detto don Pierino, 1916-1999), che dal 1942 (specialmente, fra gli Anni Sessanta e Ottanta del Novecento) dedicò la propria vita a trasformare e abbellire la chiesa. L'origine dell'edificio, tuttavia, affonda le radici nell'VIII secolo...
Al termine di questa passeggiata storica e carica di curiosità, ci siamo trasferiti a qualche chilometro di distanza, in località "Ferie", per raggiungere l'Eremo di Sant'Eusebio, dove abbiamo consumato la merenda in compagnia, in un'oasi verdeggiante. Purtroppo regno delle zanzare, che ci hanno costretto alla...fuga!
Qualche parola però questo luogo la merita senz'altro perchè, nonostante le dimensioni oggi esigue, ha un grande valore storiografico. Infatti le sue origini affondano all'epoca romana: il toponimo sarebbe infatti indicante un luogo dove i romani venivano per svago (località di diporto?). Dagli scritti di G. Grossi ("Memorie storiche di Pizzighettone", 1920) e dalle considerazioni di don A. Zanotti che nel 1937 vi aveva fatto eseguire dei lavori di restauro, emergerebbe la memoria di una vetusta chiesetta paleocristiana datata tra V e VI secolo d.C., eretta su un sacello pagano. Il complesso di Sant'Eusebio era utilizzato come luogo di svago dai canonici della Collegiata di San Bassiano: qui, in mezzo al verde, avevano le loro stanze, l'orto e il pozzo. Corre voce che nel XVI secolo fosse avvenuto un fatto miracoloso in chiesa: dalle gambe di un Crocifisso sgorgava sangue! Furono condotte delle indagini ma non se ne conosce il risultato...L'architettura della chiesa è austera, con facciata a capanna e con un portico laterale dal quale si accede dal campanile. L'interno (che abbiamo trovato chiuso) è a navatella unica terminante con un abside, che è la parte più antica e interessante. Il campanile è abbellito da quattro bifore nella parte superiore. L'edificio che vediamo annesso alla chiesa è l'ex casa del romito, che si compone di tre ambienti. Nella chiesa vengono raramente celebrate delle funzioni, come nel giorno dell'Ascensione, in cui vengono benedette le croci; la comunità si riunisce qui anche nel pomeriggio di Pasquetta.
Si conclude qui il XVI Meeting del nostro sito, dando appuntamento all'anno prossimo per un altro evento all'insegna della natura, della cultura e del mistero. Grazie a tutti!