6. Comunismo e Materialismo

                                                   (Alessio Marchetti)

                                                        Parte VI di VII

 

Riassumendo, nel periodo sovietico si sono avuti leader sempre affascinati e inclini a filosofie non convenzionali: Lenin ebbe contatti con Bogdanov, Stalin con Gurdjieff e Bulgakov, Chruščëv con i cosmisti del suo periodo, mentre Brežnev entrò a contatto con veggenti e guaritori e Gorbačëv con Roerich.

Lo scopo di instaurare una filosofia che diventi la forza motrice a cui affidare lo Stato totalitario è probabilmente quello di coinvolgere e unire una società attraverso una base comune che non sia soltanto l’ideologia politica e quindi di influenzarne il pensiero e di far sì che le masse operino in funzione di queste idee al servizio del bene comune. Qualche dubbio sulla natura delle filosofie legate al marxismo è sopraggiunto analizzando alcuni riferimenti, neppure troppo velati, che sia Marx che Bogdanov fanno a Satana; forse per incutere paura ad una società borghese dove era necessario soppiantare la religione vigente con una dottrina nuova, o forse per far poggiare le nuove teorie proletarie su di una potenza occulta di segno opposto rispetto a quei culti a cui invece la borghesia e l’aristocrazia facevano riferimento nell’epoca imperiale.

In realtà nel Manifesto del Partito Comunista di Marx ed Engels si fa riferimento ad apparizioni spettrali, tra cui viene identificato il Comunismo stesso, che doveva abbattere le credenze, la borghesia e le disuguaglianze. Secondo loro una società giusta avrebbe dovuto porre fine alla religione come la si conosceva, soppiantandola con una cultura materialista, dove la materia è la sola protagonista dell’esistenza e secondo cui tutto è fatto di una materia in trasformazione e non vi è la “mano” di un Dio creatore. D’altro canto però, in URSS si accosta ad una visione materialista dell’Universo anche una pratica filosofica nuova come il cosmismo che di fatto accompagna la vita dell’Unione Sovietica come fosse una sorta di “religione filosofica” di Stato.

Di pari passo si ha un’esplosione di fiducia verso la scienza, considerata capace di vincere qualsiasi regola naturale compreso il ciclo di vita degli esseri viventi e si assiste anche ad un crescente culto della personalità, soprattutto con Lenin e Stalin, dove il capo supremo assume anche di fatto la guida morale e spirituale di una Nazione in cui la religione (ortodossa) era stata messa vigorosamente da parte.

 

  Il Manifesto del Partito Comunista, 1848

 

Per far comprendere la visione materialistica dell’Universo si riporta la frase di Paul Heinrich Dietrich von Holbach (1723-1789), filosofo tedesco naturalizzato francese autore di opere come il Sistema della Natura (1770) e il Buon Senso (1772).

«Ci dicono con tono grave che «non c'è effetto senza causa»; ci ripetono ogni momento che «il mondo non si è fatto da sé». Ma l'Universo è una causa, non è per niente un effetto. Non è per niente un'opera, non è stato per niente «fatto», poiché era impossibile che lo fosse. Il mondo è sempre esistito; la sua esistenza è necessaria. La materia si muove per la sua propria energia, per una conseguenza necessaria della propria eterogeneità».         

Tratto da “Il buon senso, ossia idee naturali opposte alle soprannaturali”

 

 

                                       

Paul Heinrich Dietrich von Holbach, conosciuto anche come Paul Henri Thiry d'Holbach

 

Altra teoria rilevante è quella del materialismo dialettico, sviluppata poi dal marxismo, che parte dal metodo dialettico di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (1770-1831) secondo cui  “L'assoluto è divenire e la legge che lo regola è la dialettica” e lo applica in chiave materialista relazionata alla natura e alla storia. Questa concezione filosofica divenne quella ufficiale dell’Unione Sovietica come voluto da Lenin ed è stata descritta come dottrina della materia in movimento e logica della contraddizione.

Il termine dialettico indica l’inclusione nell’ottica materialista della consapevolezza della connessione tra i processi dell’universalità e del cambiamento: qualsiasi cosa è soggetta ad un processo di autotrasformazione dovuto al fatto per cui il suo contenuto è costituito da forze in opposizione (contraddittorie secondo Hegel), ciascuna cosa muta costantemente da sé in qualcosa di diverso da sé.

Il materialismo storico è poi l’applicazione del materialismo dialettico alla storia delle società umane, di cui Marx si occupò prevalentemente.

 

« La storia mostra che ogni sistema di idee - sia esso religioso, filosofico, giuridico o politico - per quanto fosse rivoluzionario al momento in cui nacque ed intraprese la sua lotta per la supremazia, prima o poi diventa un impedimento e un ostacolo allo sviluppo ulteriore, diventa cioè una forza socialmente reazionaria. Ha potuto sfuggire a questa fatale degenerazione soltanto la teoria che si è elevata al di sopra di essa coscientemente, che ha saputo renderne conto e metterne in luce le cause. Questa teoria è stato il marxismo».

 

(Aleksandr Aleksandrovič Bogdanov)

 

 

Parte I: Bogdanov, aspirazione all'eterno

Parte II Fëdorov e il Supramoralismo

Parte III: il Cosmismo

Parte IV: La Cosmonautica russa e sovietica

Parte V: Le Teorie di Gurdjieff

Parte VII: Previsioni vere e smentite


 

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