2.6 Cripta "Oboedientia et Pax"

                                                                               (DPNM)

                                      

 

Oggi il visitatore che scende nella cripta non si aspetta di trovarvi un ambiente tanto suggestivo; l’allestimento attuale si deve ad una ristrutturazione avvenuta nel 2012-2013, in occasione del 50° anniversario della morte di Papa Giovanni. La cripta esisteva fin dal 1976, quando venne costruita la Cappella della Regina della Pace. Dopo la doppia scala di accesso che dalla chiesa superiore vi immette, ci si ritrova immersi letteralmente nell’oscurità, tanto che il divario tra i due ambienti stordisce quasi i sensi, che devono abituarsi  a questa intimità, al contatto profondo con la propria anima, che al buio si mette a nudo, e cerca la luce. A poco a poco si fa strada il profilo di una teca illuminata, al centro della sala maggiore: dentro vi sono il calco del volto del papa e della sua mano in bronzo dorato, con l’anello piscatorio (eseguiti da Giacomo Manzù appena dopo il decesso del pontefice); vi è anche la stola che il papa indossava.

Il crocifisso in avorio e legno che papa Roncalli amava tanto è posto davanti alla teca; è lo stesso esemplare con il quale dialogava nelle sue "conversazioni notturne" e che volle nella propria stanza da letto in Vaticano, prima di morire.

Il 31 maggio del 1963 (morì il 3 giugno), ricordava: “Il segreto del mio sacerdozio sta nel Crocifisso che volli porre di fronte al mio letto. Egli guarda e io gli parlo. Nessuno è respinto dal suo amore, dal suo perdono”.

Questa ed altre frasi emblematiche sono appese –come fantasmi evocatori del suo spirito –lungo le smaterializzate pareti della cripta.

La teca è quella originaria che ha contenuto il corpo di Giovanni XXIII quando fu posto nella basilica di San Pietro dopo la beatificazione.

 

A sinistra, la teca che si trova nella cripta della parrocchiale a Sotto il Monte, a destra la stessa teca quando fu esposta a San Pietro, dopo la ricognizione dei resti mortali del papa. Fu in seguito donata al paese natale del pontefice

 

Al suo interno si trova anche una stola; gli oggetti contenuti nella cripta riconducono al fulcro della vita santa di Papa Giovanni: l’abbandono alla volontà di Dio, la consegna della sua vita a Cristo crocifisso, condensati nel suo motto episcopale: “Oboedientia et pax”.

 

                                                  

Sigillo papale con il motto “Oboedientia et Pax" (ultima pagina del testo della Bolla di indizione del Concilio Vaticano II)

 

L' offertorio è definito perimetralmente da una serie interminabile di lumini ardenti, assai suggestivi. Nel centenario della nascita di papa Giovanni (1881-1981) I genitori di papa Roncalli furono trasferiti qui dal cimitero comunale. Papà Giovanni Battista (nato nel 1854), morì nel 1935, la mamma Marianna Giulia Mazzola (nata anch’ella nel 1854), morì nel 1939; entrambi i decessi avvennero quando il figlio Angelo era Nunzio Apostolico ad Istanbul.

Eletto papa, Giovanni XXIII immaginò che le sue spoglie potessero riposare per sempre in Laterano, presso "l’arcibasilica che è madre di tutte le Chiese di Roma e del mondo" (diceva). L’abbozzo di un documento autografo del 1962 non lascia alcun dubbio[1] di questa volontà. Venne invece, come di prassi, tumulato inizialmente nelle Grotte Vaticane. Il suo corpo venne riesumato dopo 38 anni dalla morte, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, il 3 giugno del 2001, e le cronache attestano che fosse intatto. La lapide che copriva la tomba di papa Giovanni nelle Grotte Vaticane è oggi visibile nella chiesa di S. Maria di Brusicco a Sotto il Monte, essendo egli stato traslato nella Basilica di San Pietro, sotto l'altare di San Gerolamo (ultimo a destra, entrando in basilica), esposto in una bara trasparente, con una maschera sul volto.

La bara lignea in cui ha riposato per 38 anni è invece conservata nella cattedrale di Bergamo (presso la Cappella di San Vincenzo e San Giovanni XXIII), insieme alla preziosissima tiara papale (o triregno), al calice e ad altre reliquie appartenute al pontefice (clicca qui per vederle).

Molti altri manufatti a lui appartenuti sono visibili nel Museo di  Ca' Maitino .

Curiose reliquie sono custodite nella chiesa del Seminario del P.I.M.E. adiacente la Casa natale.

 

Nota:

[1] Affermazioni di Marco Roncalli, pronipote del pontefice, in un’intervista del 26 aprile 2014 (v. link)

 

 

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