Larchant

                  Saint Mathurin, il pellegrinaggio, i Templari

 

                                                                     (Marisa Uberti)

                                            

 

Larchant è una cittadina situata nel dipartimento Seine-et-Marne, nella regione dell'  Île-de-France; il Cantone è La Chapelle-la Reine. Distante circa venti chilometri da Fontainebleau, è vicina alla storica Nemours. Come abbiamo visto in un articolo a parte, le grotte della Foresta di Larchant furono abitate fin dal Mesolitico almeno, conoscendo una continuità fino all’epoca gallo-romana e Medievale. 

Sull’origine del nome “Larchant” non v’è certezza e gli studiosi non si trovano d’accordo. Un documento del  1006 lo cita come “ Largus Campus” (large champ, in francese), e in uno del 1040 Liricantus,  che fu ritenuto a lungo una fantasia dello scrivano. Più recentemente questa etimologia è stata riconsiderata in chiave celtica, che potrebbe individuarsi nel dio Ler (o Lyr)[1], cui una fonte sacra era dedicata nelle vicinanze di una collina (la radice celtica “cant”, infatti, indicherebbe la vicinanza ad una collina). Questa fonte sacra potrebbe poi essere stata ridedicata ad un santo cristiano e, nel presente caso, a Saint Mathurin, la cui fontana esiste ancora, vicino ad una collina, come vedremo. "Cantos" significa anche "cerchio" o il bordo di un cerchio, e ricorderemo (per averlo descritto in altra sede) che il borgo è situato proprio ai margini del cosiddetto “golfo”. In un documento del 1120 la cittadina è chiamata Larchandum. Curioso è che gli abitanti di Larchant si chiamino Lyricantois(es).

 

  • I Templari a Larchant

 

In questo villaggio di nemmeno 800 abitanti, sorge una straordinaria e maestosa basilica (v. il nostro video), paragonabile alle grandi cattedrali gotiche di Francia e proprio maestranze deputate alla realizzazione di Notre Dame di Parigi avrebbero lavorato contemporaneamente a questo monumento.

 

                                                 

                                Scorcio dell'abside della basilica di St. Mathurin a Larchant

 

Teniamo anche presente un’ulteriore, importante presenza sul territorio: quella dei Cavalieri Templari[2]. L’Ordine possedeva due Commanderie, quella di Beauvais e quella di Bonnevault e vasti possedimenti:

  • La Commanderia di Beauvais, che un tempo si chiamava Beauvoir, è scomparsa ma si trovava nei pressi di Grez-sur-Loing e Nemours, proprio sul percorso per Larchant.  La data precisa della sua fondazione non è nota ma in un documento del 1184 era già esistente e appartenente ai Templari, i quali avevano il controllo su tre roccaforti nel territorio di Larchant: Blomont, acquistata da Pierre de Beaumont nel 1264, unitamente ad una fattoria e ad un terreno di 112 ettari, Bonnevault e una terza roccaforte, Coudres (1280), con 202 ettari di terreno di pertinenza.  Esisteva anche una roccaforte de La Madeleine (Maddalena) ma i testi tacciono sul suo destino.

                 

                       

La chiesa di San Giovanni Battista a Nemours. La cittadina fu un altro avamposto dei Templari

 

 

Si conoscono i nomi di quattro comandanti: Frère Simon (1260), Frère Thibaut (1273), Frère Raoul (1289), Frère Pierre Gaude (1299). Conosciamo un Frère Rainier (o Renerus, Renier), cavaliere templare a Beauvais- Gâtinais,  originario della diocesi di Parigi (fu Sergente nella diocesi di Sens), arrestato il 13 ottobre 1307 e interrogato il 19 ottobre 1307. Dal verbale del suo interrogatorio, conservato presso l'Archivio Nazionale di Parigi,  J. 413 (18) n° 1 (v. pergamena dell'interrogatorio di Rainer de Larchant qui), emergono le accuse di eresia per le quali i Templari erano stati arrestati (le testimonianze dei cavalieri furono estorte sotto pesanti torture e forse confessarono ciò che si voleva fosse detto): "nella cerimonia di investitura, al neofita veniva imposto di rispettare le regole e i segreti dell'Ordine, veniva rivestito di un mantello, e gli veniva impartito di baciare il cavaliere sul fondo schiena, sull'ombelico e sulla bocca; dopo di che doveva rifiutare la croce o meglio Colui che era sulla Croce, cioè Nostro Signore Gesù Cristo, e doveva sputare sul crocifisso tre volte" (v. fonte). Di innumerevoli interrogatori nelle diverse città francesi non sono rimasti molti documenti, mentre di quelli svoltisi a Parigi si hanno le confessioni di 138 Templari. Tutte le sessioni di interrogatorio condotte con i Templari arrestati a Parigi furono trascritte su una singola pergamena conservata negli Archivi Nazionali. Le deposizioni si svolsero nella Sala Inferiore del Tempio alla presenza dell'Inquisitore di Francia, Guillaume de Paris.

La nostra mente ricorda la nostra visita nel Quartiere del Tempio parigino, nel 2005, perchè la Ricerca è un continuo scoprire e collegare.
Il rotolo pergamenaceo, lungo 22 metri,  è composo da 44 fogli di pelle di capra ed è scritto in latino, in una scrittura stretta; comprende i verbali degli interrogatori condotti dal 19 ottobre al 24 novembre 1307.  Alla giuntura di ciascun foglio membranaceo furono apposte le firme dei quattro notai reali (Even Phily de Saint-Nicaise, Amis d'Orléans, Geoffroy Enguelor et Jacques de Vertus), in modo che nessuno potesse aggiungere o cancellare niente. Tutti sappiamo che il papa Clemente V, al termine di tutti gli interrogatori, assolse i Templari dall'accusa di eresia (v. "Pergamena di Chinon", diocesi di Tours, 17-20 agosto 1308), ma l'Ordine dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone fu soppresso con la Bolla "Ad Abolendam" (Vienne, 22 marzo 1312).


Alla soppressione dell’Ordine del Tempio, il complesso di Beauvais (formato da edifici, fattorie, terreni e dalla Cappella, dedicata a St. Eloi) passò ai Giovanniti (poi di Malta) il cui Comandante visse in una dimora signorile fino al XVIII secolo. Nella cappella vennero sepolti numerosi comandanti tra i quali Nicolas Durand de Villegagnon, che morì nel 1571, e che conobbe una certa celebrità per aver tentato di colonizzare (con scarso successo) un’isola nella baia di Rio de Janeiro in Brasile.

La Guerra dei Cent'Anni causò gravi danni alle case e alle terre della Commenda, che in parte andò distrutta. Le pietre degli edifici che erano ancora intatte alla Rivoluzione, si dice che vennero usate per costruire case a Grez e à Saint-Pierre de Nemours. Recentemente sono stati riportati alla luce avanzi di mura e una cantina medievale. Siccome tra i possedimenti della Commanderia rientravano anche 97 ettari di boschi, brughiera e deserto (quella parte sabbiosa che abbiamo descritto in un altro articolo), aperti al pascolo, questo territorio è denominato Foresta demaniale della Commanderia:

 

               

Sulla mappa è visibile la foresta de la "Commanderie" (il paese di Larchant è situato appena sotto la "Roche au Diable")

                            

  • Sulla strada tra Larchant e la Chapelle-la-Reine, sorgeva il villaggio medievale di Blomont (il cui ultimo forno venne demolito alla metà del 1800) che venne acquistato dai Cavalieri Templari nel 1264-‘65. Essi erano signori del luogo, con diritto di esercitare anche la giustizia a vari livelli, per cui vi era un carcere e si eseguivano condanne a morte. In prossimità di Blomont si diramava il “cammino del Tempio”, più noto come “il cammino d’Etampes”, che conduceva alla omonima Commanderia, la quale era in correlazione con quella di Beauvais. Passata anch’esso ai Giovanniti, cadde in oblio nel XVII secolo e scomparve nel XIX sec.
  • La Commenda di Bonnevault era parte dei possedimenti Templari dal 1247, con 20 ettari di terreno e una grande fattoria. Passata ai Cavalieri Giovanniti o di Malta, venne rovinata con la Guerra dei Cent’Anni, e in seguito ricostruita completamente.  Nel 1640 risultava però già in rovina e restavano solo poche vestigia.
  • La roccaforte di Coudres fu acquisita nel 1280 dai Templari. E’ scomparsa da ben prima del 1600 ma restano due toponimi che corrispondono ad altrettante località: “Coudre” e “Grande Coudre”, sulla strada per La-Chapelle-la –Reine a Verteaue. Al posto degli edifici sorgono dei boschetti cedui.
  • I Cavalieri del Tempio possedevano altri luoghi nel territorio di Larchant: Trémainville, una località che viene identificata tra due terreni coltivati a vite tra Saint-Pierre-les-Nemours e Larchant. Nel 1289, i Templari di Geoffroy de Beauvais ricevettero Trémainville, con diritto di godere della casa e della vigna retrostante anche dopo la morte dell'uomo. Le proprietà Templari vennero poi ampliate grazie a donazioni, vendite e scambi fino al 1296. Il sito fu in parte abbandonato dopo la Guerra dei Cent'anni e al posto dei vari edifici venne costruito un unico palazzo che, nel 1611, appartenne a Jeanne Tambonneau, vedova di Stefano Falaize, ufficiale giudiziario di Puiseaux.

Ma come mai i Templari erano così presenti in quest’area?

                   

                                         

 

  • Il pellegrinaggio a Larchant

 

La risposta può essere trovata nella Basilica di Saint Mathurin, dove alcuni pannelli illustrano la situazione della cittadina nella cultura religiosa e nella società medievale: tutti i cammini passano a Larchant! si legge su uno di essi. E’ quindi chiaro che il luogo si trovava in una posizione strategica lungo le vie di pellegrinaggio. Ma non solo: già in epoca romana qui transitava le “Grand Chemin de Cèsar”, che passava per Orléans e Sens.

                                 

 

Nel Medioevo esistevano tre direttrici per andare da Parigi a Lione e una transitava proprio da qui. Intorno all’anno Mille il pellegrinaggio divenne fenomeno europeo, in particolare quello diretto a Santiago de Compostela. Su questo cammino esistevano numerose varianti (un po’ come per la nostrana Via Francigena) e una di queste passava proprio nel dipartimento dell’attuale Senna e Marna. Ma a Larchant esisteva già un intenso pellegrinaggio di fede verso un santo che compiva molti miracoli: Saint Mathurin. Il cammino verso Larchant e quello verso Santiago de Compostela finirono per sovrapporsi. La piccola città, al pari di altre come Vezelay o Mont-Saint-Michel, divenne un grande centro devozionale, una via di pellegrinaggio intensissimo. Accanto alla basilica e alla tomba del santo Mathurin, si creò un villaggio di artigiani, commercianti, albergatori, ecc. Nella sola Rue du Pont (oggi Rue de l’Eglise, cioè la via che porta alla basilica, proprio davanti al Portale del Giudizio Universale, quello principale) esistevano cinque botteghe artigianali cui i pellegrini, arrivando a frotte, si servivano.

 

                 

Il portico antistante il maestoso portale del Giudizio Universale della basilica di St. Mathurin. Quest'ala dell'edificio è ora un rudere protetto

 

Altre erano nell’attuale Rue de Grand-Cerf. Molti marchi o insegne ancora esistevano nei secoli XVII e XVIII.  Su diverse case nei pressi della basilica si trovavano le immagini di santi, come San Giacomo (ovviamente) e Santo Stefano e c’era anche la Casa dell’Uomo Selvatico. Nel fondo del pozzo di questa casa vennero ritrovati (alla fine del 1800) degli strumenti musicali in argilla e vetro, e furono venduti come souvenir di pellegrinaggio!

Dietro la basilica di St. Mathurin, sul pilastro d'angolo di un'abitazione, abbiamo visto una singolare meridiana la cui asticella gnomonica è sostenuta da una conchiglia, e la scritta (in francese): il tempo passa, come i pellegrini… Il quadrante mostra, in alto, l’Hopital di Saint Jacques, in basso due pellegrini scoprono la basilica di Larchant e, a destra, St. Mathurin benedice un gruppo di pellegrini.

 

                                                

 

Un ostello tutt’ora in funzione si trova poco distante dalla Basilica; c’è un’insegna “La Maison du Pelerin”, e sulla chiave di volta del portale l’insegna della conchiglia e del bordone. Bellissima! E’ tutt’oggi un luogo di sosta per i pellegrini.

Tornando alla nostra precedente domanda, la presenza dei Templari era motivata sicuramente anche dalla intensissima via di pellegrinaggio che interessava Larchant e le direttrici che qui convergevano e dipartivano. Ma con la fine dei Templari, non terminò anche il pellegrinaggio il quale- nonostante la Guerra dei Cent’Anni- continuò. Numerosi sovrani vennero a Larchant: Isabella di Baviera (1416), Luigi XI (1467), Carlo VIII (1486), Francesco I (1519 e 1541), Enrico II (1551), Enrico III (1587), Enrico IV (1599). La regina Anna di Bretagna venne a Larchant il 15 ottobre 1504 in occasione della grande festa per la traslazione delle reliquie di Saint Mathurin in una nuova cassa.

 

      

                  Insegne dell'ostello per i pellegrini ancora esistente a Larchant

 

  • Saint Mathurin e la nascita della basilica gotica di Larchant

 

Larchant è unita indissolubilmente al suo patrono, un santo per nulla noto in Italia[3], di nome Mathurin. Singolare è che il fumetto di Braccio di Ferro (Popeye), nella sua edizione francese degli anni ’30 del XX secolo, si chiamava Mathurin, curioso, no? Questo santo è patrono anche dei marinai.

La vita di Saint Mathurin è collocata al tempo dell’imperatore Massimiano. La prima menzione di questo santo si trova nel Martirologio di Usuardo che, mentre era monaco bibliotecario a Saint-Germain-de-Prés, ricevette l’incarico da parte di Carlo il Calvo, di stilare un martirologio o “catalogo dei santi”, intorno all’ 858 circa (Usuardo morì nell’ 877) ed è così che troviamo citato Mathurin. Ma egli nacque molti secoli prima, intorno al III secolo d.C., nei pressi di Larchant, da Marin (il padre) ed Eufemia (la madre), che lo avevano cresciuto nel rispetto della religione di Cristo, nonostante il papà fosse al servizio dell’imperatore, che perseguitava i cristiani.

 

                                      

Statua lignea raffigurante Saint Mathurin, conservata all'interno della basilica a lui dedicata, a Larchant

 

La leggenda racconta che il giovane Mathurin faceva il pastore e frequentava regolarmente la foresta di Larchant. Tra le rocce trovava appigli per fissare le sue mucche (e chissà, magari avrà anche lasciato qualche incisione, visto che –come abbiamo potuto vedere- la foresta ne è piena); qui passava molto del suo tempo e sua madre gli portava cibo e bevande. Ma un giorno più caldo del solito, la donna fu colta da un malore, dopo aver raggiunto la collina. Mathurin si disperò perché non aveva un goccio d’acqua per rianimarla. Che fare? Sulle prime di lasciò prendere dal panico, poi si ricordò della storia di Saint Gengoult, del quale però non aveva la lancia e non ricordava le parole profetiche. Allora battè il piede a terra e non ci fu bisogno d’altro: la terra, messasi a tremare, si aprì in una piccolissima fessura dalla quale sgorgò acqua. Si affrettò così a darne da bere alla sua mamma che, poco dopo, si riprese e lo ringraziò. Pochi anni dopo, a quella stessa fontana battezzò Costanzo, il padre di Costantino, e fu orgoglioso di mostrargli l’impronta del piede che aveva fatto emanare la sorgente (Costantino sarà poi l’imperatore che darà libertà di culto ai cristiani).

 

A sinistra, l'ingresso alla Fontana di St. Mathurin e, a destra, la presunta impronta del suo piede

 

Mathurin si fece sacerdote a vent’anni e la sua fama di sant’uomo e taumaturgo doveva essersi diffusa se ad un certo punto l’imperatore in persona lo fece scortare a Roma da due emissari affinchè andasse a curare la propria figlia, Teodora, ritenuta tormentata dal demonio. Dove le arti magiche non riuscirono, ecco che invece Mathurin operò la guarigione della ragazza e di molti malati che si presentarono al suo cospetto. Per questa sua prodigiosa facoltà, l’imperatore lo trattenne tre anni a Roma, dove continò a compiere guarigioni ed esorcismi fino alla sua morte, avvenuta (secondo tradizione) alle Calende di Novembre (1 del mese). Mathurin aveva espresso il desiderio di essere sepolto nella sua terra natia, a Larchant, ma questa volontà non venne rispettata e fu tumulato a Roma. Però il suo corpo emerse dalla terra, con grande stupore di tutti, così l’imperatore si decise ad acconsentire al trasferimento della salma a Larchant, dove sulla sua sepoltura cominciarono a fiorire miracoli, che diedero origine ad un intenso pellegrinaggio medievale. Dal III al IX secolo, tuttavia, quando Usuardo lo cita nel suo Martirologio, ci potrebbe essere un “buco”, un vuoto storico.

  • Si ritiene, poi, che il luogo dove sorge la fontana fosse già venerato in epoca pre-cristiana (celto-gallica) e che su di esso si sia impiantato il culto a Saint-Mathurin, taumaturgo, esorcista, patrono delle malattie mentali, degli ossessi, ma anche dgli attori comici, dei clown e dei marinai (in Bretagna).

 

Le reliquie di Mathurin si dovevano trovare in una piccola cappella dove ora c'è la basilica gotica di Larchant; ma siccome i proprietari del terreno erano i canonici della Cattedrale parigina di Notre-Dame, essi portarono una parte delle reliquie a Parigi, nel convento dedicato a Saint-Mathurin (nel Quartiere Latino, v. nota 3), e una parte le lasciarono a Larchant. Queste reliquie erano molto venerate perché ritenute in grado di operare guarigioni, come il santo aveva fatto in vita. Vi affluivano malati di ogni tipo, sia nel corpo che nella mente, indemoniati, “pazzi”, epilettici (ci dicono le cronache).  I canonici, visto l'affluire di pellegrini in enorme quantità, decisero di realizzare un'enorme basilica per accoglierli, così nacque quella meraviglia architettonica che vediamo oggi, seppure mutila della navata meridionale e di parte di quella occidentale.

La tomba di Mathurin a Larchant venne dispersa dagli Ugonotti e attualmente non rimane più nulla; si sa che il luogo doveva trovarsi di fronte alla Basilica di Larchant.

 

                  

Edifici situati di fronte all'attuale ingresso della basilica: da qualche parte si celano ancora le reliquie di St. Mathurin?

 

Un punto importante a Larchant è il cosiddetto calvario “Tre Croci”, una tappa importante del pellegrinaggio di Saint Mathurin, il "Tour del Santuario". La folla di pellegrini, dall'alba al tramonto, compiva un ampio percorso nei villaggi circostanti (Chevrainvilliers, Verteau, Guercherville Garentreville, Burcy, Fromont, Rumont, Amponville, Jacqueville la Chapelle-la-Reine, Bessonville, Busseau). La processione si riuniva alle Troix Croix prima di tornare alla chiesa.

 

                                      

 

 

                                       

 

 

 

 


[i] Patrice Lajoye, in un suo recente libro, scrive che nella leggenda di Saint Mathurin vi sarebbe un dio ligure del mare, chiamato Lero, anche se di questa divinità non v’è traccia tra i nomi degli dei cui erano dedicati i santuari di epoca gallo-romana. Per approfondimenti vedere qui.

[ii] Per approfondimenti aggiuntivi, oltre le notizie riportate in questo articolo, si invita a visitare la pagina dell’ Association Culturelle Larchant, e scaricare i documenti relativi.

[iii] Il culto di San Mathurin è ampiamente sviluppato al di fuori di  Larchant, soprattutto nella parte occidentale della Francia, Normandia, Bretagna, Maine, Anjou, Touraine, Poitou, Aunis, Saintonge e Angoumois. Non si è chiarito molto bene come mai si sia sviluppato soprattutto al Nord, forse in relazione ai monaci Trinitari o Maturini (Mathurens, in francese), che avevano frequenti contatti con l’Atlantico e la Manica, ma essi “compaiono” a partire dal XIII secolo, mentre il culto a questo santo era già attestato precedentemente. I Trinitari presero il nome di Mathurens perchè gestivano (almeno dal 1209) la cappella e il convento parigino di Saint-Mathurin, nel Quartiere Latino, dov'erano conservate la maggior parte delle reliquie del santo taumaturgo (le altre erano conservate a Larchant). Quel convento doveva essere molto importante perchè le Assemblee dell'Università si svolgevano nei suo chiostro (realizzato nel 1219) fino al 1764; la biblioteca monastica contava tra i cinquemila e i seimila volumi. Del complesso non restano che pochi avanzi, su Rue de Cluny a Parigi, ma esiste ancora la Rue du Mathurens. L'Ordine della SS. Trinità e della Redenzione degli schiavi (questo è il nome completo), ancora esistente come ordine mendicante pur se riformato rispetto alle origini, fu approvato con bolla papale di Innocenzo III nel 1198. Il suo fondatore fu il francese Giovanni di Matha (1154-1213), e co-fondatore è considerato San Felix de Valois. Curioso il cognome del primo, Matha, che ha la stessa radice di Mathurin. Da dove deriva il termine "Matha"? Più che un cognome, quello di Giovanni potrebbe indicare la sua provenienza (com'era abitudine un tempo): egli era noto come "Giovanni di Provenza", era nato infatti a Faucon de Barcelonnette, una località situata nella Valle dell'Ubaye, nelle Alpi meridionali francesi, al confine con l'Italia.  "Matha" potrebbe essere stata una zona connessa con quel territorio? Il cognome “de Mata” o “de Matha” si trova, la prima volta, in un documento del 1203 in cui i conti di Baux si rivolgono a “Giovanni de Matha”, ministro dell’Ordine della Santa Trinità (v. biografia del personaggio). Al momento, quindi, rimane il mistero.

 

 

Argomento: TEMPLARI A LARCHANT

Info

Umberto | 20.10.2014

Scusate, vorrei sapere se la piccola figura ai piedi del santo, nella terz'ultima immagine nel testo, può essere Teodora, la figlia risanata dell'imperatore. Se non è lei, chi è? Buon lavoro...

R: Info

Due passi nel mistero | 27.10.2014

Si, sig. Umberto, è Teodora, ritratta inginocchiata e in preghiera ai piedi del santo che l'ha guarita dei demoni (così, almeno, è l'interpretazione ufficiale). Grazie per la sua attenzione particolarissima.

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