L’AREA DEL CASTELLO DI CHINON e un po’ di storia della sua evoluzione

(Marisa Uberti)

 

Prima della nascita di Cristo,  su questa altura di trovava un insediamento gallico.  E già molto prima, dato che gli storici calcolano una vita di tremila anni, almeno, insistente su questo sito. In tutta la zona che si percorre fino all’ingresso attuale del Castello, nel cosiddetto Forte San Giorgio, sono stati eseguiti scavi archeologici che hanno portato alla luce la casa di un aristocratico guerriero gallico, che fu sepolto nella parte anteriore, con la sua grande spada (che si può ammirare nelle sale 7-8 dei Quartieri Reali all’interno della fortezza, come vedremo).

All'interno dell’area sono emerse case private, edifici agricoli e uno spazio politico e/o culturale. Nel periodo gallo-romano, Chinon era già un piccolo villaggio. Nel settore della  tomba gallica si sviluppò gradualmente un piccolo cimitero, che rimase in uso fino al X secolo.  Alla fine dell’impero romano il promontorio fu fortificato e nel V secolo vennero erette le mura di un castrum (1). Per le fondamenta furono impiegati dei massi recuperati da edifici più antichi.  Chinon era allora parte del regno dei Visigoti; resistette ad un assedio del generale romano Egidio, nel 463. Il promontorio fortificato continuò ad essere occupato in epoca merovingia e carolingia: di quei tempi sono stati rinvenuti grandi silos ed edifici.  Chinon  appare dunque come un centro importante dotato di una zecca nel VII secolo la quale, dopo una probabile minaccia vichinga tra il 920-954, venne trasferita a Tours.

Nel 954 sappiamo che venne costruita la prima torre in pietra della fortificazione; il castrum infatti cadde a quel tempo nelle mani dei conti di Blois, vassalli del re di Francia: La chronique de Nantes ci dice che il potente Thibaud I (Teobaldo il Baro) vi edificò una cinta muraria, la torre e una motta con un donjon in legno.  Nel 1030 la fortezza viene documentata come possesso di Oddone II, uno dei successori di Thibaud I. Nel 1044 Geoffrey Martel (Goffredo Martello), Conte di Anjou (Angiò), sottrasse la fortezza al Conte di Blois, perché conquistò la Touraine (2).

Nella prima metà dell’Xi secolo la fortezza subì grandi cambiamenti e, per aumentare la superficie,  venne costruito un muro più grande e fu fondato un priorato nel maniero.

Goffredo Martello morì nel 1060, senza lasciare eredi e si aprì un periodo di lotte per la successione, in cui alla fine emerse Folco IV detto il Rissoso, suo nipote, che fece realizzare le nuove mura della fortezza (opera finanziata con l’aumento delle tasse tra il 1087 e il 1105). A Chinon Folvo IV scrisse la storia dei conti d’Angiò, tramite la quale possiamo conoscere come si svolgeva la vita nel castello, sul quale egli regnò per 40 anni, dal 1068. Queste Chroniques des comtes (Cronache dei Conti d’Angiò) rappresentano la prima storia narrativa della dinastia (purtroppo andata quasi interamente perduta). Folco IV in realtà usurpò il titolo di Conte d’Angiò che doveva spettare a suo fratello; quest’ultimo venne rinchiuso nelle prigioni della fortezza per quasi trent’anni. Venne liberato nel  1096 quando Papa Urbano II, visitando Tours predicando in nome della Crociata, ottenne la sua liberazione.

Alla morte di Folco IV, nel 1109, la contea d’Angiò raggiunse quasi la sua configurazione definitiva. I suoi potenti vicini erano il re di Francia, il duca d'Aquitania e il duca di Normandia.  Il nipote di Folco IV, Goffredo V d’Angiò, chiamato il Bello, adottò il soprannome di Plantageneto (3), che rimase alla dinastia successiva; suo nipote Enrico II diventò re d’Inghilterra nel 1154, regnando sopra un impero molto vasto dall’Inghilterra all’Aquitania, comprendendo Normandia e Anjou. Egli fece di Chinon il centro di questi possedimenti sul continente. Nel castello commissionò molti lavori edilizi, incluso il Forte San Giorgio e il restauro della cinta dello Château du Coudray (Tour du Moulin o Torre del Mulino).

Spesso le serpi si nascondono in casa propria e sembra essere il caso di re Enrico, in grande rivalità con la propria famiglia: nel 1172 il castello di Chinon fu teatro di un conflitto tra il sovrano e i figli, che erano supportati dalla loro madre, Eleonora d’Aquitania. La coppia ebbe otto figli, di cui cinque maschi. Enrico II fece imprigionare in segreto la consorte a Chinon, accusandola di aver aizzato i figli a complottare contro di lui; successivamente la donna scontò quindici anni agli “arresti domiciliari” in Inghilterra. I tradimenti afflissero Enrico II fino alla morte, avvenuta a Chinon il 6 luglio 1189; tuttavia i figli fecero atto di sottomissione al padre prima che questi defungesse e lo stato di ribellione finì. Enrico II lasciò alla prole uno stato molto ben organizzato, ma le loro rivalità avrebbero portato alla distruzione dell’Impero dei Plantageneti, che continuarono a regnare sull’Inghilterra, mentre in Francia regnavano i Capetingi.

Nel 1191 Riccardo I, detto Cuor di Leone, figlio di Enrico II e divenuto re dell’impero Plantageneto inglese, si alleò con il re di Francia Filippo Augusto per andare a combattere la Crociata, dove guadagnarono diverse vittorie insieme, in Terra Santa. Ma mentre il sovrano francese rientrò regolarmente in patria, Riccardo venne fatto prigioniero dall’imperatore di Germania (1192-1194). Per la sua liberazione fu richiesto un considerevole riscatto; intanto suo fratello Giovanni Senza Terra aveva ordito strane alleanze con Filippo Augusto. Quando il legittimo re d’Inghilterra tornò in patria, dovette restaurare il proprio potere e riconquistare i territori che erano divenuti possedimento francese (Normandia, Maine, Poitou, Anjou); alla morte di Riccardo I, nel 1199, lo scettro d’Inghilterra passò proprio al suo ultimo fratello, Giovanni Senza Terra. Nel 1205 Filippo Augusto conquistò la fortezza di Chinon (che da allora divenne parte del regno di Francia) e pose fine al conflitto.

Filippo Augusto fece condurre a termine lo scavo di due fossati, già iniziato sotto Enrico II, fra i tre nuclei del castello. Già dopo il livellamento della motta, Filippo Augusto fece innalzare, a cavallo dei tratti orientali della stessa cinta, un donjon cilindrico e fece aggiungere ulteriori fortificazioni sul tratto nord della cinta del Castello di Mezzo (Torre dei Cani). Verso il 1250 nell'angolo sud-est dello Château du Coudray fu inclusa la Tour de Boissy . In seguito furono aggiunte la Tour de l'Horloge all'ingresso (XIv sec.) e la Tour d'Argenton a N-O del Castello di Mezzo (XV sec.), più avanti descritti.

Importante evento storico si ebbe a Chinon nel 1308 quando alcuni dignitari dell’Ordine del Tempio vennero rinchiusi nella cella della Torre di Coudray, per ordine del re Filippo il Bello. A questo capitolo abbiamo dedicato una sezione a parte.

Nel 1370 Luigi d’Angiò intraprese sostanziali lavori; un fatto storico di grande rilevanza avvenne nel 1429, quando Giovanna d’Arco venne a Chinon per incontrare Carlo VII.

                                             

  • Il declino e la terribile decisione: abbatterla!

Gli ultimi lavori di restauro dopo le guerre di religione si ebbero nel 1560. Successivamente, persa la sua funzione strategica e abbandonata in favore di altri castelli più moderni, la fortezza di Chinon si diresse verso un inesorabile declino, cadendo letteralmente a pezzi. Le testimonianze del primo Seicento tramandano uno stato di degrado totale. Durante la Rivoluzione francese il maniero venne venduto come bene nazionale e venne suddiviso tra vari acquirenti, i quali occuparono le rovine, costruirono case ai piedi dei bastioni e scavarono grotte nella collina. Nonostante il sito fosse pericolante, perché le rovine potevano anche crollare, nel 1824 venne consentita la passeggiata pubblica: si era istituito anche un vivaio con alberi di gelso, e presso il sito della Grande Sala dei Quartieri Reali, ormai in completa decadenza, era stato allestito un prato…

Qualcuno ricordò l’importanza che rivestiva quel luogo, per la regione e per la Francia intera: fu così che nel 1840 la fortezza venne classificata come monumento storico. Tuttavia  le rovine, senza restauri, rimanevano pericolose e cosa pensò di fare il comune? Abbatterle!

 

Per fortuna il solerte Prosper Mérimée intervenne incisivamente per far riconoscere il valore della fortezza di Chinon, cosa che segnò l'inizio del suo restauro. Il primo intervento si ebbe nel 1857, con il recupero dei Quartieri Reali.

                             

 

  • I moderni restauri

Nel 2003 sono iniziati i lavori di ristrutturazione edilizia della fortezza reale, una campagna che ha previsto scavi archeologici, il ripristino della comprensione storica, architettonica e artistica del sito in conformità con lo spirito del luogo. Si è pensato di unire le tecniche contemporanee alla tutela di questo patrimonio.

Tra il 2005 e il 2006 è stata ripristinata la parete sud del Forte San Giorgio.  Tra il 2006 e il 2007 è stata la volta della parete est, vicino al Castello di Mezzo. Il 2007 ha segnato anche l'inizio dei lavori di restauro della Torre di Coudray. 

 

Sono stati effettuati anche lavori di ristrutturazione del tetto della residenza reale. Durante i lavori i tecnici e i muratori hanno potuto fare rilevamenti, scattare fotogrammi, rendendosi conto di quanto era stato fatto nei restauri ottocenteschi. Sono state ripristinate le cornici ispirate a modelli del XV secolo e nel complesso delle attività di restauro si è cercato di mettere in evidenza il processo di costruzione del tardo medioevo.

 

Nel 2010 la fortezza è rinata. I visitatori sono completamente liberi di andare dove si vuole; viene fornita –con il biglietto d’ingresso- una guida cartacea (disponibile in varie lingue eccetto che in italiano) che è un piccolo aiuto per il percorso. La copertina contiene un chip RFID che consente l'attivazione di terminali audio e interattivi. Avvicinando questo chip alle postazioni presenti nelle varie sezioni del complesso, si potrà usufruire della spiegazione audio (il chip è pre-programmato nella lingua desiderata, eccetto italiano). Quattro torri  (Boissy, du Coudray, d'Argenton e quella dei Cani) sono state illuminate internamente per mostrare pienamente la loro architettura.

 

Note:

  1. Citato dallo storico Gregorio di Tours
  2. O, secondo le Chroniques des comtes, sarebbe stato Thibaud III a cederla a Goffredo Martello
  3. Per il rametto di ginestra gialla che portava sul cappello, che in francese si dice genêt (e in latino planta-genistae)

 

 

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Argomento: Castello di Chinon (1)

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