Sulle tracce di Guglielmo Tell
nella Svizzera Centrale
(Marisa Uberti)
I nostri due passi nella Svizzera centrale ci hanno condotto sulle orme dell’eroe nazionale per antonomasia, Guglielmo Tell, in luoghi carichi di fascino arcano!
- Leggenda o realtà?
Le notizie di questo personaggio sono in realtà leggendarie, non supportate da documenti storici. La “saga” si colloca tra la fine del 1200 e l’inizio del 1300. Il personaggio sarebbe nato ai piedi del San Gottardo, in un paese chiamato Bürglen (Canton Uri). Il territorio svizzero era a quel tempo occupato dagli Asburgo, che governavano tramite i balivi. Tell doveva essere un tipo fumantino, l’incarnazione del “rivoluzionario” che combatte per la libertà del suo popolo. Abilissimo nell’uso dell’arco e della balestra, mal sopportava i soprusi di un governo straniero sul territorio elvetico. Un giorno di novembre 1307 Tell si trovò a viaggiare nel capoluogo regionale, ad Altdorf dove, nella piazza pubblica, era stato issato su un’asta il cappello imperiale, simbolo dell’autorità asburgica, che doveva essere riverito da chiunque passasse, pena la confisca dei beni o la morte! Guglielmo Tell però ignorò tale disposizione e il giorno seguente venne citato in piazza, dove doveva esporre le proprie giustificazioni. In cambio della vita, Tell fu costretto a colpire una mela posta sul capo del figlioletto (episodio passato alla storia) ma nel caso avesse colpito il bambino e non il frutto, una seconda freccia era già pronta per uccidere il balivo Gessler. Per tale motivo, Guglielmo venne incatenato, portato via e issato su un barca che doveva condurlo nella prigione di Küssnacht, ma durante la traversata si scatenò una tempesta sul lago. Conoscendo l’abilità di Tell come timoniere, i marinai lo liberarono sperando che egli avrebbe messo in sicurezza l’imbarcazione ma l’intrepido giovane aveva altre mire:con un gran balzo saltò dalla nave verso la riva e spinse al largo il natante. Questo episodio sarebbe accaduto a Ingenbohl (odierno comune in cui si trova la frazione di Brunnen) nel luogo dove sorse, in seguito, una Cappella dedicata all’eroe (Tellsplatte).
Direttosi comunque segretamente nei pressi di di Küssnacht, dove si trovava il castello del balivo Gessler, attese il passaggio obbligato del tiranno lungo la Via Cava. Il balivo fu ucciso in un agguato tesogli da Tell il 1 agosto 1308. Guglielmo divenne così l’eroe popolare della liberazione della Svizzera originaria. Da quell’episodio il popolo prese il coraggio di ribellarsi contro la tirannide, cacciando via i balivi dalle loro terre, assediando i castelli e liberando i Cantoni. Guglielmo Tell avrebbe dato manforte nella battaglia di Morgarten, a fianco dei Confederati (Uri, Svitto, Untervaldo) che si concluse con la vittoria di questi contro l’esercito imperiale (1315). Guglielmo Tell visse il resto della propria vita nel rispetto e nella stima di tutti, e sarebbe morto nel 1354, nel tentativo di salvare un bimbo dalla piena del torrente Schàchen.
Fonti scritte
Si deve attendere il 1470 perché la prima fonte scritta parli di lui, ne “Il libro bianco di Sarnen” (redatto dal cavaliere Hans Schriber); che raccoglieva cronache e dati storici della Confederazione elvetica (recentemente il testo è stato digitalizzato). Nel 1545 venne pubblicata la Canzone della fondazione della Confederazione elvetica (autore anonimo), nella quale Guglielmo Tell muore annegato dal tiranno Gessler nel lago di Lucerna. Senza dubbio è però nel “Chronicon Helveticum” (1550, autore Aegidius Tschudi) che si ha la trasmissione della storia più completa di Tell, in cui si riferisce della morte eroica nel fiume Schàchen per salvare la vita a un bambino. Tale episodio fu rappresentato in un affresco del 1582 della Cappella di Bürglen. Esistono leggende simili nei paesi nordici (come nelle Gesta Danorum e la storia norvegese di Eindridi).
Nell’arte, Guglielmo Tell è stato molto rappresentato e ciò ha consentito alla sua figura di giungere fino a noi in tutto il suo fascino. Il drammaturgo tedesco F. Schiller ne scrisse nel suo Wilhelm Tell, 1804), che si radicò fortemente nell’animo svizzero e dal quale G. Rossini trasse l’idea per la celebre opera lirica Guglielmo Tell, nel 1829. Film per il cinema e la tv sono stati prodotti nel corso del tempo, a partire dal 1911, nonché brani musicali, fumetti e testi scolastici. Artisti come Salvador Dalì hanno rappresentato il personaggio in una chiave complessa ed ermetica. In ogni tempo, la figura di Tell fu usata per rappresentare l’unità, l’indipendenza e la libertà della Svizzera, ad esempio nella Guerra dei contadini del 1653 o nel 1798, dopo l’occupazione dell’armata rivoluzionaria francese e dopo la creazione dello Stato Federale del 1948 in cerca di unità e identità. Ancora oggi l’effigie di Tell compare su francobolli e banconote, e come sigillo di qualità su molti oggetti di uso quotidiano.
*Sulle tracce di Tell…
Il primo luogo che siamo andati a visitare, trovandoci in visita a Brunnen, è stata la Tellsplatte (Cappella di Tell). Isolata e prospiciente le acque del lago di Uri (Quattro Cantoni), è una deliziosa costruzione raggiungibile in traghetto o a piedi (dal parcheggio dell’Hotel Tellsplatte (Axenstrasse). La Chiesetta fu realizzata nel punto dove, secondo la tradizione leggendaria, Guglielmo Tell sarebbe balzato giù dalla barca che doveva condurlo nella prigione di Küssnacht, per aver oltraggiato Gessler. Nello stesso luogo si era pensato di erigere una statua colossale dell’eroe, per desiderio del re Ludovico II di Baviera; l’opera doveva ergersi direttamente dall’acqua e doveva essere talmente monumentale che i battelli a vapore vi potessero transitare in mezzo alle gambe! Non se ne fece nulla. In compenso, nel 2001, venne posizionato sopra la Cappella il più grande carillon svizzero che esegue melodie diverse allo scoccare di ogni ora. L’attuale Cappella data al 1879-1880; al suo interno si ammirano quattro bellissimi affreschi dell’artista basilese Ernst Stückelberg che illustrano quattro momenti salienti delle gesta di Guglielmo Tell: “Il giuramento del Grütli”, “Il tiro alla mela”, “Il salto di Tell”, “La morte di Gessler nella Via Cava”.
Portatici, in un altro dei nostri sopralluoghi, a Küssnach am Rigi, ai piedi del Monte Rigi, ci siamo diretti verso l’esplorazione di altri luoghi legati alle gesta di Guglielmo Tell. Il paese è un delizioso borgo adagiato sul Lago dei Quattro Cantoni, a soli 8 km da Lucerna; noto oggi soprattutto come meta turistica ma è stato molto importante per la storia svizzera, per la presenza della “Via Cava” e delle rovine del Castello di Gessler, ancora oggi visitabili. Lo scrittore tedesco J. W. Goethe ebbe modo di fermarsi a Küssnach durante il suo viaggio attraverso la Svizzera, e ne restò incantato.
La Via Cava. (Hohle Gasse) storicamente fu un tratto dell’importante via commerciale tra il Lago di Zugo e quello dei Quattro Cantoni (collega Immensee a Küssnach). Sulle vie d’acqua, sempre meno difficoltose di quelle dei sentieri primitivi, viaggiavano nel Medioevo, verso sud o verso nord, tonnellate di merci come stoffe preziose, spezie, frumento, vino, formaggio e animali produttivi.
La Via Cava divenne nota soprattutto per la leggenda di Guglielmo Tell, dove sarebbe morto il suo nemico giurato, il balivo Gessler (assassinato da Tell stesso). Fu l’opera di Schiller a renderla un luogo commemorativo per la storia nazionale elvetica, ma questo luogo storico venne pesantemente trasformato negli anni tra il 1822-’23 e il 1882 a causa di un ampliamento per facilitare l’accesso dalla stazione di Immensee in seguito all’apertura del Gottardo.
Nel 1930 si fece sempre più forte la richiesta di trasformare il sentiero in una strada interurbana e fu allora che gli animi si ridestarono: si decise di mantenere la Via Cava nella sua forma originale. Gli scolari svizzeri fecero una colletta (potevano acquistare una cartolina illustrata della Via Cava per pochi franchi) e in tal modo si accumulò un notevole patrimonio con cui si finanziarono i lavori. La Fondazione Svizzera per il mantenimento della Via Cava venne istituita nel 1935 e la stessa Via Cava venne riportata nel suo stato di antico sentiero in un anno. Per il traffico motorizzato venne realizzata una strada parallela nel 1937.
La Via Cava è un percorso pedonale breve ma di intensa suggestione! Ai bordi si ergono massi di varia dimensione (non dimentichiamo che era inizialmente un sentiero incassato tra pareti rocciose), ciottoli della pavimentazione fanno ripiombare nel Medioevo e le fronde degli alberi, ripiegate sul sentiero, lo rendono cupo e oscuro, creando un’atmosfera di perfetto misticismo.
All’estremità superiore della Via Cava si erge la Cappella di Tell (Tellkapelle), che commemora – secondo l’opera di Aegidius Tschudi (1530) - il luogo dove Guglielmo Tell avrebbe ucciso il balivo Gessler. La chiesetta venne restaurata completamente una prima volta nel 1638. la dedicazione fu dapprima a Santa Margherita e poi ai Quattordici Santi Ausiliatori. All’esterno si trova un affresco del 1905 che ritrae la scena della morte di Gessler mentre internamente è conservato il dipinto della morte di Tell a Schächenbach. La Cappella è stata restaurata nel 1987; nel 2005 la Via Cava è stata interamente sistemata e riaperta al pubblico, è infatti stata prolungata di 80 m con un sentiero laterale accessibile anche da persone su sedia a rotelle. All’inizio del sentiero si trova una innovativa postazione o padiglione espositivo che offre gratuitamente informazioni premendo un pulsante (parlato anche in italiano!).
Dipinto che illustra idealmente l'annegamento di Guglielmo Tell, dopo aver salvato un bambino (interno della Tellkapelle al termine della Via Cava a Kussnacht)
Il Castello di Gessler (Gesslerburg) si raggiunge a piedi attraverso la Via Cava. Nei pressi, prima di salire il sentiero che porta alle vestigia del maniero, si incontra il pittoresco Knochenstampfe, un mulino ad acqua realizzato nel 1877. Paesaggio fiabesco, che ci fa indugiare parecchio ai bordi di un piccolo laghetto alimentato da una sorgente. Il tempo sembra essersi fermato in quel luogo!
Ci decidiamo ad allontanarci e imbocchiamo il sentiero (Via Cava) per salire all’antica fortezza di Küssnacht, chiamata anche Castello di Gessler. Ne restano soltanto dei ruderi ma assai suggestivi. Le origini del maniero non sono chiare; si sa che esisteva già nel IX secolo perché è citato in un atto di donazione al convento di San Leodegar di Lucerna da parte di un nobile chiamato Recho. Rodolfo I d’Asburgo lo acquistò nel 1291 e da allora passò di mano in mano di famiglie gentilizie. Chi abitava il castello prendeva il titolo di “nobili di Küssnacht”. Nel 1491 sappiamo che la fortezza era di proprietà della casata von Silenen, tra cui ricordiamo Kaspar (1467-1517) , che fu il primo comandante della Guardia Svizzera pontificia (fondata da papa Giulio II a Roma). Kaspar compì però un grave errore: arruolare mercenari in Svizzera, pratica vietata, così venne condannato a morte in contumacia dai Confederati e subì pure la confisca dei beni, tra i quali proprio il Castello di Küssnacht.
Purtroppo quest’ultimo divenne cava di pietre per materiale da costruzione (con esse si realizzò, ad esempio, la parrocchiale della cittadina, XVIII secolo). L’arresto della depredazione avvenne nel 1908, quando la Confederazione elvetica lo acquistò per conservarne la memoria storica nazionale. Tra il 1908 e il 1916 le rovine vennero scavate e riportate in luce e in tal modo si scoprirono importanti reperti di un lungo periodo, datato tra il XIII e il XVII secolo, che consentirono di dedurre che il patrimonio dei castellani dovesse essere cospicuo. Nello stesso periodo vennero eseguiti restauri conservativi e ricostruzioni parziali; tra il 2003-2004 sono stati condotti risanamenti edilizi ed oggi il maniero è accessibile gratuitamente dal pubblico. Fin qui la storia, ma chi ci dice che il castello appartenne anche al balivo Gessler? La prima fonte a parlarne risale al 1512-’13 (“Urner Tellenspiel”), nella quale è scritto che vi aveva abitato il tiranno, cosa che rimarcò anche il già citato storico e statista Tschudi nella sua opera Chronicon Helveticum, aggiungendo che la fortezza funse anche come prigione (dove, secondo la leggenda, doveva essere condotto Guglielmo Tell). Nel 1804 fu Schiller, nel dramma “Wihlelm Tell”, a romanzare la scena in cui l’eroe è sicuro che il balivo passi per la Via Cava, uscendo dal castello, essendo quella l’unica strada percorribile. Così, attendendo il despota che effettivamente passò a cavallo con i suoi sgherri, Tell potè scoccare la freccia mortale, che decretò l’inizio della ribellione della popolazione e l’indipendenza della Svizzera.
Non siamo riusciti a chiarire il mistero della verità storica di Guglielmo Tell e forse è giusto che sia così, ma certamente siamo tornati da questi sopralluoghi con l’entusiastica gioia di aver compiuto l’ennesima avventurosa ricerca di luoghi che spesso sfuggono al turismo di massa o ai visitatori troppo frettolosi. Il nostro suggerimento è di riservare una giornata o più a questo itinerario, se state programmando un soggiorno un po’insolito sul favoloso Lago dei Quattro Cantoni.
- Per chi desiderasse approfondire, è disponibile in lingua italiana la guida “Il Castello di Gessler con la Via Cava e la Cappella di Tell”, di M. Bamert, V. Kessler, K. Michel, I Zemp, Società di Storia dell’Arte in Svizzera SSAS, serie 79, n. 790, Berna 2006. Può essere acquistata presso Hohlgässland Tourismus Küssnacht, 6403 Küssnacht am Rigi.
* Crediti di questa foto: Von Roland Zumbühl - From Picswiss. Original uploader was Paenultima at de.wikipedia., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7174861
Argomento: I LUOGHI DI GUGLIELMO TELL...
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