BRETAGNA

                                                            (Marisa Uberti)

 

                    

 

"Pen ar Bed" significa, in bretone: la fine della terra. Il motivo non è difficile da capire, basta guardare una mappa geografica: siamo in Bretagna, nella terra più occidentale dell’Europa continentale, oltre la quale l’oceano si popolava (nell’immaginario collettivo) di creature misteriose. Non solo l’oceano: nei boschi vivevano i folletti, le fate, gli spiriti della natura e dell’acqua. Chissà chi erano quei popoli che lasciarono ai posteri migliaia di pietre gigantesche in questo estremo lembo di terra?

L’area meridionale dell’attuale dipartimento francese del Morbihan è considerata la più densa del mondo per quanto riguarda le testimonianze della cosiddetta “cultura megalitica”. I 4 siti più significativi sono: Carnac, Locmariaquer, Erdeven e Plouhamel.  A Locmariaquer si trova il più grande menhir d’Europa (20 metri circa), che giace però spezzato al suolo[1], diviso in più tronconi e per questa ragione chiamato “brisè” o anche “Pietra delle Fate”, perché si entra nel mondo del fantastico, quando si parla di questi giganti di pietra. Quando si è lì e si osservano gli sterminati viali di pietre allineate di Carnac, si entra nei tumuli dalle “pietre impossibili”, o si ammira la potenza dei giganteschi dolmen,  viene da pensare che nessuna forza umana conosciuta avrebbe potuto trasportare ed erigere massi del genere. Almeno non con la mentalità di oggi; al tempo della civiltà megalitica, tuttavia, gli studiosi ritengono che la motivazione o intento simbolico avesse consentito di trovare il modo per dare avvio ad una incredibile “industria litica”, che dovette perdurare lungo più generazioni e, ad un certo punto, scomparve. Perché?

 

  • L’inestirpabile radice

 

La Bretagna è anche un territorio che ha conservato una forte connotazione pagana; la lingua bretone (antica lingua dalle radici celtiche) ha certe assonanze con il gaelico, il cornico e il gallese. Il bretone è formato da quattro dialetti principali,  sopravvive nelle tradizioni popolari (canti, cerimonie religiose, ecc.) e viene insegnato in alcune scuole ancora oggi. La segnaletica stradale è bilingue (francese e bretone)! Ecco alcune delle parole che chiunque di noi può trovare andando specialmente nella Bassa Bretagna, dove ci troviamo per questo reportage: “men” (pietra), “loc” (luogo, santo), “mor” (mare), “menz” (montagna),”ker” (fattoria ma anche villaggio), “pors” (porto), “plou” (parrocchia), “goat” e “goēt” (foresta), “biniou” (cornamusa), “telenn” (piccola arpa celtica), “bouèze” (fisarmonica).

Retaggi di ataviche culture indigene le ritroviamo in alcune feste, tra cui troneggiano le Pardons (i "perdoni"), la più celebri e caratteristiche, di matrice religiosa (derivano dalla tradizione di concedere indulgenze) che prevedono processioni in cui si portano croci, stendardi, statue di santi, reliquie, per sfociare in successivi momenti profani come la lotta bretone, danze e musiche locali. Altra festa importante è quella chiamata Fest-noz, un ballo notturno che si pratica ancora in molti paesi e che si rifà ad un rituale magico druidico; Ka ka discan significa invece “canto e discanto” ed è l’espressione più tipica del canto bretone, nella quale due cantanti sembrano rispondersi al suono della cornamusa. Uno degli elementi decorativi e simbolici più celebri del mondo bretone è il Triskel, una sorta di croce a tre spirali (terra, fuoco, aria), per molti assimilabile ai simboli solari dell’antichità. E’ stato rinvenuto su monete e gioielli antichissimi, e ancora oggi lo ritroviamo su tantissimi “gadgets” in vendita un po’ dappertutto.

La bandiera della Bretagna è chiamata Gwenn ha du; essa è formata da cinque bande nere e da quattro fasce bianche. Le prime simboleggiano gli antichi vescovadi dell’Alta Bretagna (Rennes, Nantes, Dol, Saint-Malo, Saint-Briuec), le seconde rappresentano quelli della Bassa Bretagna (Coronovaglia, Léon, Tréguier e Vannes). L’emblema dei Monfort (duchi di Bretagna) è rappresentato dagli undici ermellini stilizzati, che sono racchiusi in un riquadro bianco.

In Bretagna i nostri due passi si sono concentrati su Carnac per poi dirigersi più a Nord, nella splendida città murata di Saint-Malo, con le sue intense maree, il suo passato di città-corsara, i suoi tesori archeologici e le enigmatiche "pietre scolpite" di Rotheneuf...

 

          Scorci della moderna cittadina di Carnac, che convive con i suoi millenari e misteriosi siti megalitici

 

Ma non spendiamo altre parole e partiamo alla scoperta, anzitutto dell'enigmatico Cornely, il patrono della città di Carnac.

 


[1] Il menhir spezzato di Locmariaquer giace nei pressi di un tumulo funerario (Mané Rutual) di epoca neolitica, con il quale potrebbe avere un legame, forse correlato al culto dei morti.

 

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