Piazza degli Eroi a Pest:

     per ripassare un po’ di storia, leggenda e curiosità

                                                        (Marisa Uberti)

 

 

               

Nella parte di Pest, nel IV distretto (zona sud-ovest della città), è situato un monumento-simbolo per la capitale, che unisce elementi politici e storici, nonché anche mitici, dell’intera Nazione Ungherese.

E’ la Piazza degli Eroi (Hősök tere), che chiude sul fondo l’importante via Andrássy (Andrássy ùt); è uno spazio molto scenografico ed elegante, circondato da altri edifici importanti, infatti alla sua sinistra si trova il Museo di belle arti sulla sinistra e, a destra,  la Galleria d'arte Műcsarnok. E’ una piazza circondata da un traffico molto intenso ma proviamo a capire chi sono i personaggi rappresentati sul maestoso monumento, costituito da due colonnati semicircolari (a destra e a sinistra), convergenti verso una colonna commemorativa del Monumento del Millenario (iniziato in occasione della ricorrenza del primo millennio dell'Ungheria, nel 1896, ma terminato solo nel 1929). L’alta colonna è terminante con una statua dell’Arcangelo Gabriele, che regge i simboli del Paese: la corona di Santo Stefano, il primo re d'Ungheria (nella mano destra), e la croce a due braccia, riferimento alle concessioni fatte a Santo Stefano dal Papa in riconoscimento dei suoi sforzi per convertire gli ungheresi al cristianesimo.

 

   

 

Sette statue a cavallo circondano la base del manufatto: quella centrale impersona Árpád (850 -907 d.C. circa), che è considerato il fondatore della nazione e il cui nome significa “orzo”.. Vicino a lui ci sono i capi tribù Előd, Ond, Kond, Tas, Huba, e Töhötöm (Tétény). In tutto 7 uomini. Sono i sette capi-tribù magiari che hanno portato la loro etnia nella regione della pianura carpazica.

La figura di Árpád d'Ungheria è di capitale importanza per la storia ungherese in quanto ha dato vita alla prima casa regnante (gli Arpadi) che è stata in carica per diversi secoli, fino al 1301.

 

                           Árpád, al centro, sotto la colonna, e gli altri sei capi-tribù

                      Ai lati, sul colonnato, le due statue allegoriche (la guerra e la pace)

 

 

Sulla reale provenienza di questa tribù, e sulla lingua magiara, non v’è ancora un preciso accordo tra gli studiosi. Anche la teoria che fino a poco tempo fa veniva comunemente accettata, cioè il ceppo linguistico ugro-finnico, sembra debba essere smentito (così almeno ci ha detto la guida che ha accompagnato la nostra visita al monumento). Lasciamo al lettore di fare debite ricerche, se lo ritenesse, non potendo qui affrontare un argomento di così vasta portata.

Molto interssante è la mitologia ungherese, basata sulla credenza di tre Mondi (Superiore, di Mezzo, Inferiore o Sotterraneo), che corrispondono concettualmente al Paradiso, Purgatorio e Inferno cristiani e al passaggio progressivo delle anime da uno stato di grossezza ad uno di purezza totale (divino).  I "táltosok" (sciamani) sono gli unici che possono viaggiare attraverso le tre sfere o Mondi. L'uccello-simbolo della mitologia magiara è il Turul (appollaiato anche sul Ponte della Libertà). In particolare, troviamo questa specie di falco pellegrino in due episodi-chiave della mitologia ungherese: il primo è legato alla nonna di Arpad, Emese. Il Turul le apparve in sogno e la fecondò, annunciandole che avrebbe generato il fondatore di una grande dinastia reale (infatti generò Álmos, padre di Arpad). Il secondo episodio vede il Turul apparire in sogno ai 7 capi-tribù arpadiane, mettendo in fuga le aquile che ne stavano aggredendo i cavalli. Da ciò essi capirono che dovevano emigrare verso nuove terre, che vennero loro indicate dai Turul. Quelle terre erano la Pannonia, la futura culla dell'Ungheria.

Per la popolazione, l’Ungheria si chiama Magyarország e magyar nyelv la loro lingua. Riferirsi ad un “magiaro” nel senso stretto del termine è riferirsi all’etnia specifica cui egli appartiene; dire “ungherese” è invece genericamente riferito a tutti gli abitanti dell’attuale Ungheria. Però appunto andrebbe compreso che i Magiari furono la principale tribù che conquistò il territorio nell’ 896 d.C. e da cui discesero gli ungheresi attuali. Tuttavia, è chiaro che prima dell’arrivo di queste tribù, il Paese fosse già abitato; quei popoli vengono normalmente definiti “ungari”.

I ritrovamenti archeologici ci dicono che nel territorio di Budapest erano insediati ceppi umani già nel IV millennio a.C. Fu poi certamente abitata continuativamente dal X al V secolo a.C. da popolazioni celtiche e illiriche, che si mescolarono agli indigeni. Probabilmente vi erano diverse tribù stanziate sulle due rive del Danubio. I Celti si erano insediati nei pressi dell’attuale Obuda, che era ricca di sorgenti naturali; infatti il loro insediamento si chiamava Ak Ink (ricco d’acqua); all’arrivo dei Romani il nome venne cambiato in Aquinqum, centro di importanza tale da divenire capitale della Pannonia inferiore. Cadono gli imperi ma le persone continuano a vivere, dunque è logico che se un nuovo conquistatore arriva, avviene una mescolanza di unioni, una positiva contaminazione di popoli diversi, che portano alla formazione di un popolo misto e questo è ciò che avvenne anche qui. Alla fine, nel IX secolo, il popolo magiaro- quello delle tribù arpadiane- prese il sopravvento, conquistò il paese e si stabilì sulla pianura dell’attuale Pest, dov’ era vissuta per due secoli la tribù degli Avari.

 

Proseguiamo osservando il monumento della piazza. Sopra il colonnato a sinistra c’è la statua dell’allegoria della guerra, affidata ad una figura maschile che guida di un carro con un serpente in mano al posto della frusta, mentre sulla parte del colonnato di destra vi è l’allegoria della pace, affidata ad una figura femminile su un carro, che tiene una foglia di palma.

Continuando nell’analisi del monumento in piazza degli Eroi, osserveremo le 14 statue collocate in ciascuna apertura dei colonnati (sette a destra e sette a sinistra). Sotto le statue vi sono delle grandi formelle che narrano un episodio saliente della vita del sovrano corrispondente. Si tratta di sovrani o eroi nazionali particolarmente significativi per la storia ungherese. Da rilevare un fatto: figuravano anche alcuni sovrani della Casata Asburgica, poiché al momento della realizzazione del monumento erano regnanti. Si trattava di cinque statue, situate nel colonnato di sinistra (Ferdinando I, Leopoldo I, Carlo III, Maria Teresa d'Austria e Francesco Giuseppe I d'Austria. Dopo i danni patiti durante la II Guerra Mondiale, il monumento venne ricostruito e, non regnando più gli Asburgo, i suoi membri vennero sostituiti con le attuali figure.

 

Colonnato di sinistra. La prima statua ci permette di continuare la storia della nazione, poiché è Stefano d’Ungheria (969-1038), in atto di ricevere la corona da un emissario del Pontefice. Egli- della stirpe Arpadiana- è stato il primo re ungherese, capo dello Stato e della Chiesa ungheresi. A lui è intitolata la basilica-cattedrale della capitale (situata a Pest). Il personaggio divenne santo nel 1083 e si festeggia il 16 agosto (memoria facoltativa) per la Chiesa Cattolica Romana. Gli ungheresi lo venerano il 20 agosto, nel giorno in cui le spoglie del santo vennero trasferite a Buda  (in Ungheria è anche festa nazionale) Il suo culto è vivissimo tra il popolo magiaro; è protettore della nazione e di: sovrani, morti prematuri, muratori, scalpellini.

 

Molto si dibatte ancora oggi sulla Corona di Santo Stefano (detta Sacra perché sarebbe stata donata direttamente dall’autorità papale e investita di forza divina), se sia effettivamente quella originale o meno. Con essa sono stati incoronati tutti i sovrani a partire dal 1200 (ma se appartenne al re Stefano, morto nel 1038, perché non si hanno notizie del manufatto prima del XIII secolo?); essa ha un valore simbolico altissimo (oltre ad essere l’unica corona europea a conservare tutti i gioielli medievali che la compongono). La sua “potenza” è stata tale che nessun re poteva considerarsi tale se non veniva cinto in capo con questa, e solo questa, corona. La Sacra Corona ha avuto una vita densa di avvenimenti, che l'hanno portata ad essere rubata, nascosta, perduta, ritrovata e portata all'estero molte volte. E’ stata anche conservata nei sotterranei del castello di Buda e pure in quelli Vaticani (dove si sarebbero perse le tracce dal XVI secolo). Attualmente è conservata nel Palazzo del Parlamento ungherese a Pest, insieme allo scettro, al globo crucifero e alla spada. Nella cattedrale di Pest è conservata la preziosa reliquia della mano destra del re-santo Stefano d’Ungheria (che ha anch’essa avuto vicende travagliate di trafugamenti), mentre frammenti ossei sono conservati in diverse chiese ungheresi.

 

                 

Riproduzioni della Corona, globo e scettro di S. Stefano in una teca della Chiesa di Mattia a Buda

 

Dopo la statua del fondatore dell’Ungheria troviamo Ladisalo I, re dal 1077 (San Ladislao uccide il Cumanian abductor); la terza statua riproduce Colomanno (re d’Ungheria dal 1095 al 1116) in atto di proibire i roghi delle streghe; questo re fu al governo durante la Prima Crociata e autorizzò il passaggio dei Crociati di Goffredo Buglione ad attraversare i territori ungheresi per ricongiungersi con le truppe bizantine. Il quarto re è Andrea II detto il Gerosolimitano (regnò dal 1205 al 1225); troviamo poi Bela IV (re d’Ungheria dal 1235 al 1270, padre della santa Margherita d’Ungheria, cui abbiamo dedicato una pagina parlando dell’Isola omonima situata sul Danubio. Troviamo qui la statua del re che restaura la nazione dopo l’invasione mongola. Con questa statua terminano i sovrani della dinastia Arpadiana. Infatti il successivo re ritratto è Carlo Roberto d’Angiò, che fu re d’Ungheria dal 1309 fino al 1342; quindi abbiamo Luigi I d’Ungheria, re dal 1342 al 1382, ritratto nell’occupazione di Napoli.

 

Colonnato di destra. Non c’è un re ma un condottiero serbo, János Hunyadi (1387-1456), fu reggente del regno d'Ungheria dal 1446 al 1453, è qui ritratto nella battaglia di Nándorfehérvár.

 

A seguire troviamo uno dei sovrani più amati dal popolo, Mattia Corvino, detto il Giusto (Igazságos Mátyás) , nella formella al di sotto della statua sono ritratti alcuni dei suoi studiosi. Regnò dal 1458 al 1490; egli apparteneva ad una nobile e ricca famiglia, gli Hunyadi che, secondo il suo biografo italiano Antonio Bonfini, era direttamente discendente da una antica stirpe romana, i Corivini (sullo stemma era ritratto un corvo). Mattia fu il trasformatore della nazione; portò nella capitale il rinascimento con il rinnovamento delle arti, delle lettere, della cultura, circondandosi di dotti e sapienti, filosofi e umanisti, specialmente italiani. Fece di Buda- dov’era situato il palazzo reale -un centro attivo per nobili e ricchi aristocratici, che costruirono chiese e palazzi, mentre Pest si profilava sempre più come centro del commercio e mercantile. Al pari di diversi sovrani europei del suo tempo, Mattia sviluppò attitudini verso l’Alchimia. In uno dei tre trattati alchemici seicenteschi conservati a Chantilly (nel Musée Condé) è stata individuata una formula nel primo trattato (tra le 48 descritte) attribuita proprio al re Mattia Corvino d’Ungheria il quale, in questo procedimento, mostra una grande abilità nella preparazione di un rimedio prodigioso, ottenuto  da una lega contenente 1/20 di argento che poteva trasformarsi in oro purissimo a 24 carati.

Aveva dunque coronato il sogno degli alchimisti? Ma dov’erano situati i suoi laboratori? Forse in quei sotterranei che abbiamo avuto modo di visitare, proprio sotto il castello?

Attuali scavi sono in corso nell’area del palazzo della sua epoca, chissà che non emerga qualcosa di interessante, una prova "certa". Nel momento in cui scriviamo, è in corso a Firenze una mostra intitolata “Mattia Corvino a Firenze. Arte e Umanesimo alla corte del re di Ungheria”, ideata e realizzata sulla scia di una mostra tenutasi a Budapest nel 2008 in occasione del 550° anniversario dell'inizio del regno di Mattia Corvino in Ungheria, a cura del Museo Storico di Budapest e di altre istituzioni ungheresi, che "ha aperto nuove e stimolanti prospettive di conoscenza sulle relazioni intercorse tra l'Ungheria e l'Italia già a partire dal Trecento e sulla diffusione dell'Umanesimo in terra ungherese".

La statua seguente raffigura István Bocskai (1557-1606), considerato un eroe nazionale, al pari del personaggio seguente, Gabriele Bethlen (1580-1629), cui consegue Imre Thököly (1657-1705), patriota e poi Francesco (Ferenc) II Rákóczi (1676-1735), tutti principi di Transilvania e oppositori del governo asburgico. Infatti gli Asburgo, nonostante apportarono (dal XVIII secolo in vanti) un nuovo impulso allo sviluppo culturale di Buda e anche a quello di Pest, furono vissuti come occupanti e mai amati veramente come sovrani Il successivo e ultimo personaggio rappresentato è Lajos Kossuth (1802-1894), grande leader politico, equiparato al nostrano Garibaldi. Infatti egli attuò l'indipendenza dell'Ungheria dall'Impero austriaco durante i moti del 1848; tale situazione di indipendenza durò fino all'agosto del 1849, quando la giovane repubblica ungherese fu invasa da 250.000 Russi.

 

        

                                       Vista posteriore del colonnato di destra

 

La storia d’Ungheria è travagliata, e non abbiamo potuto raccontarla ma solo accennarla attraverso alcune figure preminenti che hanno caratterizzato le diverse epoche. Non dimentichiamo il dominio turco, durato poco meno di 150 anni, che segnò per la città di Budapest una lunga fase di decadenza[1. L'Ungheria dichiarò la completa indipendenza dalla Monarchia Austro-Ungarica il 17 ottobre 1918, e formò la Prima Repubblica (dato che lo stato del 1849 non è conteggiato)[2]

Al centro della piazza, recintato da una cancellata in ferro battuto, è sito il cenotafio degli eroi ungheresi (sepolti simbolicamente qui) e del Milite Ignoto, vegliato costantemente da due soldati.

                     

 


[1] Per chi volesse approfondire ciascun regnante fino ai giorni nostri, clicchi qui.

[2] Per chi volesse approfondire i Presidenti della Repubblica dal 1918 ad oggi clicchi qui

 

Argomento: Storia e misteri di Budapest

Molto interessante

Laura | 26.12.2013

Cara Marisa, nel ringraziarti per queste pennellate di cultura e curiosità che non mancherò di osservare appena andrò anch'io a Budapest, ti faccio tanti auguri di Buone Feste! Immagino sarai in uno dei tuoi meravigliosi tour, che attendo:>P

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