3. Altri misteri del mare chioggiotto
[Sèeciale Chioggia]
Chioggia vanta pure la primogenitura di un’altra storia che ha per protagonista il mare, la ben nota Valle dei Sette Morti; di essa esistono più versioni, adattate per altre realtà lagunari. Nell’Archivio di Stato di Venezia sono conservate ancora oggi le carte nautiche che riportano i ruderi del Cason[1] dei Sete Morti, qualche chilometro più a ovest del litorale di Pellestrina; il luogo dove si sarebbe consumato il truce dramma del popolare racconto ciosoto[2].Popolare per i chioggiotti, naturalmente, non per tutti!
Drammatica è pure la storia realmente accaduta il 26 gennaio del 1958, quando sparì in mare il motopeschereggio “La Nuova Adele”, il primo peschereccio a motore dopo il bragozzo[3]. Partito di sera, lanciò un accorato SOS che venne intercettato dalla radio costiera e da alcune imbarcazioni presenti in quel tratto di mare, e poi scomparve nel nulla. Venne cercato per giorni da diverse Capitanerie di Porto, dalle Marinerie dell’Alto Adriatico, anche con l’aiuto degli elicotteri della Guardia di Finanza, ma senza alcun risultato. I familiari dei 6 uomini a bordo erano alla disperazione e tutta la popolazione stava in grande apprensione. Possibile che non venisse a galla nessun oggetto appartenente all’imbarcazione o ai suoi occupanti? Non si riusciva a rintracciare nemmeno il luogo della scomparsa, benché mai le cause. Il mistero restò e resta in parte insoluto; il giallo della “Nuova Adele” venne ricollegato al conflitto italo-jugoslavo per le aree di pesca, tanto che furono presentate in Parlamento diverse interpellanze. Nel novembre del 1961 un peschereccio chioggiotto, mentre si trovava a circa 25 miglia da Pola in Istria, agganciò casualmente un albero maestro di sette metri, tutto incrostato, che venne riconosciuto come quello appartenente all’imbarcazione scomparsa quasi quattro anni prima. Si sarebbero dovute riaprire le indagini ma sostanzialmente non venne fatto nulla perché, nel frattempo, l’Italia e l’allora Yugoslavia avevano firmato un accordo che doveva regolamentare i rapporti tra le due marinerie in tema di pesca. Recenti studi divulgati dal dr. Sergio Ravagnan hanno permesso di stabilire dove si trova il relitto, ad una profondità di 45-50 metri. “Per i pescatori chioggiotti il luogo è diventato un punto-nave di riferimento e tutti continuano a ricordare le sue coordinate: lat. 44.53.13,4 Nord – long. 15.19.67,9 Est”[4].
[1]I casoni sono le tipiche rimesse per la pesca delle lagune venete. Di solito riconoscibili per il tetto conico fatto di canne
[2]Che potete leggere e/o scaricare qui
[3]Tipica imbarcazione da pesca costruita solo a Chioggia -e per molto tempo prerogativa solo dei chioggiotti stessi -dalla caratteristica vela riconoscibile a distanza per le decorazioni e per lo stemma della famiglia proprietaria; lo scafo era sempre decorato con soggetti sacri a scopo protettivo (per approfondire vedi qui
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