Pisa insolita: i Lungarni[1]
Lungarni di Tramontana
(Marisa Uberti)
Continuiamo i nostri due passi tra luoghi insoliti e curiosità di Pisa portandoci verso il fiume Arno. Quest’ultimo divide in due la città in senso longitudinale; distinguiamo dunque la parte settentrionale o di Tramontana (da ovest a est Lungarno Simonelli, Pacinotti e Mediceo, prosegue poi con il Lungarno Buozzi) e quella meridionale (o di Mezzogiorno), dall’altra parte del fiume (da ovest a est il Lungarno Sonnino, Gambicorti, Galilei e Fibonacci). Il Ponte della Cittadella Vecchia (a ovest) e quello della Cittadella Nuova (o della Fortezza, a est) chiudono simbolicamente in un quadrilatero il centro monumentale e storico della città, mentre il Ponte di Mezzo (un tempo Ponte Vecchio) rappresenta simbolicamente il centro della città.
1) Iniziamo dal Lungarno Simonelli, dove si incontrano le vestigia della Cittadella Vecchia, con la Torre Guelfa e, in uno spiazzo prativo poco valorizzato, si erge la statua di Galileo Galilei (ma al momento della nostra visita non abbiamo trovato iscrizioni sul basamento, forse è ancora in via di allestimento?). I turisti non arrivano qui in grande quantità, ma la zona vale una visita perché, oltre ad essere paesaggisticamente suggestiva, dall’altra parte del Ponte della Cittadella si ergeva la storica Porta a Mare. Alla base delle mura che qui si dipartivano, si trovano i Bastioni di Stampace, attorno ai quali si svolse una battaglia cruenta tra fiorentini e pisani, prima della definitiva sconfitta della città nel 1509. E’ ben visibile –sull’altra sponda del fiume – la Chiesa di S. Paolo a Ripa d’Arno, di cui parleremo più avanti. Ora continuiamo a stare sulla riva nord e camminando verso est si incontra l’Arsenale Mediceo, che sorse sul terreno occupato dall’antico Giardino dei Semplici, uno dei primi aperti allo studio della Botanica a Pisa. Attualmente i locali dell’Arsenale ospitano il Museo delle Navi Antiche (Cantiere di Allestimento delle Navi Antiche di Pisa, Aree tematiche IV e V), che è normalmente chiuso e, informa un manifesto, visitabile solo su prenotazione (055-5520407). Fin dal 1998 furono ritrovate 30 imbarcazioni antiche (alcune risalenti al III-V sec. a. C., altre romane e alcune di epoca altomedievale), in occasione di scavi inerenti la stazione ferroviaria di San Rossore. Le navi, cariche di gioielli, vari utensili, monete, ecc. erano affondate a causa di ripetute alluvioni, nel luogo identificato con l’incrocio di un canale della centuriazione pisana con il fiume Serchio. Praticamente coincidente con l’antico porto pisano. Un ritrovamento eccezionale, definito come qualcosa di rarissimo “che capita una volta al secolo”! Le navi si sono potute conservare per particolari condizioni microclimatiche (assenza di ossigeno e falde sotterranee) e il cantiere che è stato oggetto di scavo per molti anni, dovrebbe essere visitabile tramite guida (usiamo il condizionale perché non c’è molta chiarezza in proposito). Un’ulteriore imbarcazione è stata scoperta nel 2004 (Nace c-Alkedo), sulla quale sono state condotte interessanti stratigrafiche. Le navi, delle quali si è recuperata gran parte del carico, provenivano da diverse aree del Mediterraneo, dalla Gallia, dalla Campania e dal Mare Adriatico.
2) Chiesa di Santa Maria dei Galletti. Passa quasi inosservata, con le sue minute dimensioni e la facciata (opera di Ignazio Pellegrini, 1757) che è perfettamente mascherata tra i palazzi che la affiancano. Ci troviamo sul Lungarno Pacinotti, Stando dall’altra parte del fiume la si individua comunque molto bene, ma noi avviciniamoci stando proprio sul lato nord; la troviamo chiusa ma riusciamo a leggere lo sbiadito pannello informativo che la riguarda e che ci dice che questa chiesa sostituì una precedente dedicata a San Salvatore in Porta Aurea, nota fin dal 1102. Furono i Buzzacherini Sismondi a volere la nuova fabbrica, concessa poi (1587) alla Congregazione dei Fabbri e dei Maniscalchi, che la restaurarono. Il nome attuale arrivò nel 1640, quando venne ritrovata l’immagine di una Madonna con Bambino. Ha pianta a croce greca. Ammiriamo i bellissimi palazzi e hotel che costellano la passeggiata del Lungarno, ammiriamo - dall’altra parte del fiume- la chiesa gotica di S. Maria della Spina (che raggiungeremo dopo).
Si badi che sull'angolo dell'Hotel Vittoria, si può vedere una ben conservata Meridiana Murale.
Superiamo il Ponte di Mezzo (senza attraversarlo), ci godiamo un’ampia visuale dei Lungarni, di quest’atmosfera unica, e ci immettiamo nel Lungarno Mediceo.
3) Museo Nazionale di San Matteo[2], la terza epigrafe enigmatica di Pisa. Questo meraviglioso istituto è una meta che non potevamo perdere perché qui si trova la terza e ultima epigrafe enigmatica della città di Pisa. Per trovarla è sufficiente munirsi di biglietto (che servirà per vedere tutte le opere esposte nel Museo e ne vale la pena) ed entrare nell’antico chiostro dell’ex convento benedettino femminile di S. Matteo (XI secolo). Qui sono collocati diversi pezzi lapidei, tra i quali un cippo su cui è scolpita – su tre righe come a Barga e Pistoia – la misteriosa iscrizione. Non è sola perché, sulla stesso cippo, si trova una lunga epigrafe. Ma se quest’ultima è redatta in normali caratteri latini, la nostra enigmatica iscrizione ha quei particolari caratteri che l’hanno sempre resa oggetto di studio e curiosità. Che legami hanno tra loro, queste due iscrizioni sullo stesso cippo di pietra? Forse questa domanda può essere risolta ripensando a quanto scrisse la studiosa Margherita Guarducci nel 1959; ella la diceva proveniente dalla chiesa dei SS. Cosma e Damiano (XI secolo), oggi distrutta. La pietra con l’enigmatica epigrafe venne salvata e trasferita nel Museo Nazionale di San Matteo, in un deposito (al tempo in cui la Guarducci ne scrisse). La pietra si trovava originariamente sullo stipite destro della porta della Chiesa dei Santi Cosma e Damiano, al di sopra di un'altra iscrizione che citava gli artefici Giovanni e Venacio, che avevano lavorato alla porta stessa. Va detto inoltre che in questo bellissimo museo sono giunte opere antiche che erano state raccolte nel Camposanto Monumentale di Piazza dei Miracoli dal Conservatore Carlo Lasinio agli inizi del XIX secolo. Nel 1992 la sua collezione giunse al Museo Nazionale di San Matteo; questo blocco potrebbe documentare ciò che resta a Pisa delle “sculture erratiche medievali”, tuttavia è collocato sotto il porticato dell’ex- chiostro monastico, insieme a materiale di epoca romana. Il Museo Nazionale di San Matteo non va assolutamente perso, durante una visita a Pisa: gli innumerevoli capolavori di scultura, pittura, arte sacra qui raccolti, costituiscono un cospicuo tesoro proveniente da chiese cittadine distrutte o che conservano solo copie degli originali, che qui invece sono protetti. Insieme alla collezione Museale del Camposanto Monumentale e al Museo del Duomo, costituisce il maggior concentrato del patrimonio storico -artistico pisano. Il complesso è situato in Piazza S. Matteo in Soarta, 1 (Lungarno Mediceo, 4).
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[1] Sono le strade che corrono lungo il corso del fiume Arno, che per secoli hanno racchiuso il centro pulsante della città. Con i loro ponti sopravvissuti ai bombardamenti,le bellissime residenze gentilizie, i caratteristici monumenti e gli hotel di richiamo, costituiscono una meta inevitabile per passeggiate romantiche, per serate animate o “semplicemente” per conoscere il passato e il presente di questa città. Per notizie e mappe: https://www.aboutpisa.info/it/lungarni-di-pisa.html
[2] Per tutte le informazioni storico-artstiche, orari di apertura e recapiti utili: https://www.turismo.pisa.it/it/cultura/dettaglio/Museo-Nazionale-di-San-Matteo-00001/
Argomento: 3Lungarni Nord
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