Villa Monastero a Varenna (LC)
- Il primitivo monastero dedicato alla Maddalena
- Il Monastero diventa Villa Leliana, dimora di delizie (XVI-XIX secolo)
Il Monastero
Loco ameno del signor Lelio Mornico
Per chi del Lario lago
È di veder belle delitie vago.
L’amenità, il diporto
Il piacer, il diletto,
Tra liete stanze altrui, quì dan ricetto.
Se miri d’ogni intorno
Ciascun mirabil fregio
Di questo bel soggiorno
Dirai, che il vanto, e il pregio
Invola a Pafo, a Gnido
Non di Ciprigna, ma di Cinzia nido;
Nè saprai peregrino
Se sia albergo mortal o pur divino.
- Le trasformazioni del 1800-1900
Terminata la prima Guerra Mondiale, nel 1918 la villa venne requisita dallo Stato Italiano come debito bellico perchè di proprietà di suddito straniero. Si dovette attendere il 1925 perchè Villa Monastero trovasse un nuovo acquirente e andò a finire provvidenzialmente nelle mani di un naturalista milanese di origini svizzere, che ne comprese l'importanza dal punto di vista scientifico. Si chiamava Marco De Marchi e, insieme a sua moglie Rosa Curioni, si trasferì portando nella residenza i propri mobili e alcuni oggetti che andarono ad aggiungersi alle raccolte già esistenti. I coniugi effettuarono dispendiosi lavori di ristrutturazione che hanno conferito alla Villa il suo attuale aspetto di dimora eclettica.
- La Villa diventa Istituto di Idrobiologia e Centro Ricerche
Se si osserva bene l'architrave dell'ingresso principale della Villa, sorvegliato dalle sculture di due leoni bianchi, si notano delle diciture sovrapposte in colore carminio. In particolare si legge: "Istituto Italiano di Idrobiologia dott. Marco de Marchi"; questo si deve al fatto che alla morte del naturalista, la moglie portò avanti il progetto di creare un Istituto per la Idrobiologia a lui intitolato, cosa che si realizzò nel 1939. Il complesso di Villa Monastero venne quindi donato allo Stato Italiano con l’obbligo di conservarlo e adibire la villa ad istituzioni culturali di pubblico beneficio.
Fu così che nel 1953 sorse il Centro Congressi, che ancor oggi accoglie convegni internazionali a carattere culturale e scientifico, tra i quali ricordiamo i corsi estivi della prestigiosa Scuola Italiana di Fisica. La Sala delle Conferenze è ambientata nella ex-chiesa dell'antico monastero. Dell'antico tempio rimane un lacerto di affresco quattrocentesco (Cristo dolente) e il matroneo (visibile dall'interno della Sala). I due grandi vasi in marmo serpentino, il lampadario, le applique in bronzo dorato e le due lampade a globo risalgono al tempo della proprietà Kees.
All'ingresso della Sala Conferenze (ex-aula della chiesa cistercense), a sinistra, notiamo un'acquasantiera a fusto in marmo di Musso intagliato, che è sovrastata- sulla parete- da una lapide con dedica e busto entro un medaglione (opera di Giannino Castiglioni del 1954): è dedicata ad Enrico Fermi, che tenne il primo dei corsi di fisica organizzati da Giovanni Polvani (direttore, a quel tempo, dell'Istituto di Fisica dell'Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Fisica). La Sala Conferenze è chiamata anche Sala Fermi. La Scuola Italiana di Fisica di Villa Monastero ha ospitato gli interventi di decine di premi Nobel e continua la propria attività ancora oggi [4]. L'Istituto per la Idrobiologia fu inglobato nel CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) nel 1977 e l'Ente detiene tuttora la proprietà dell'immobile e del parco, affidandone la gestione alla Provincia di Lecco, che opera attraverso l'isituzione Villa Monastero. Con riconoscimento da parte della Regione Lombardia, nel 2004 ha aperto al pubblico la Casa- Museo: questo offre la possibilità ai visitatori di entrare nelle quattrodici sale della Villa, distribuite su due livelli.
- La Casa- Museo
La successiva Sala della Musica accoglie alcuni pianoforti ma al tempo della proprietà Kees non aveva questa funzione: era chiamato Sala Rossa ed era un salotto riccamente addobbato con quattro porte-finestre e cinque tende con mantovane e un tappeto, oltre agli arredi ancora oggi conservati. Al tempo dei Kees, la Sala della Musica sembra fosse allestita nella chiesa dell'ex-monastero, che non era più utilizzata dal 1898.
Nella Camera padronale si cambia atmosfera, entrando negli ambienti più privati e intimi della Villa. Questa fu la stanza da letto dei Kees e poi dei de Marchi ma c'è un altro motivo per sentirsi un po' emozionati: in questa camera dormì Enrico Fermi insieme alla moglie, durante la sua permanenza alla Villa in occasione delle lezioni di fisica che tenne nel 1954. Recentemente è stato riscoperto il soffitto affrescato, raffigurante una scena di gusto settecentesco con architetture dalle quali si affacciano vari personaggi. Intorno, dipinti in bianco, si vedono figure mitologiche come capri (sia maschili che femminili). L'opera fu realizzata nel 1853 da artisti lombardi (forse i Turri di Legnano).
- Adami, Vittorio, Varenna e Monte di Varenna, Saggio di storia comunale. Milano, 1927
- Adami, Vittorio, Il monastero di Santa Maria Maddalena di Varenna. Studio pubblicato nella Rivista Storica Benedettina, anno XIII, Vol. XIII, fasc. 57 del 31 dicembre 1922
- Consonni, don Lauro, Quel monastero chiuso da San Carlo, in Varéna seu Insula Nova, Miscellanea varennese, vol. 6, Arti Grafiche Panizza, Mandello sul Lario, 1990. L'articolo è stato pubblicato sul Resegone, n. 22 del 3 Giugno 1997
- www.villamonastero.edu
- https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/1n080-00023/
- Le notizie deglii nterni sono state ricavate direttamente in loco