Anch'iovorrei partecipare. Bellissimo e invitante stimolo. Grazie, Marisa!
Tour Brescia Underground: alla scoperta di antichi corsi d'acqua sotto la città
(a cura di Marisa Uberti)
Il 10 ottobre 2015 abbiamo partecipato ad un tour degno di essere chiamato "due passi nel mistero", anche se i passi li abbiamo fatti integralmente nell'acqua. Abbiamo infatti preso parte ad un percorso organizzato dall'Associazione "Brescia Underground" in collaborazione con il Touring Club Italiano (sez. di Brescia). Abbiamo realizzato anche un video, che condensa in poco più di mezz'ora le due ore e mezza abbondanti trascorse nella "città sotto", restituendo meglio l'idea dell'incredibile realtà che pulsa e vive sotto i piedi dei bresciani.
Il primo fatto da tenere a mente è che Brescia fu conformata e urbanizzata come una città d'acqua, lo avreste mai detto? Una sorta di Venezia o una Chioggia lombarda! Canali al posto di strade. Una città che oggi non è più la stessa, essendo stata snaturata per far posto ad una rete stradale che ha sacrificato, per l'industrializzazione e la modernizzazione, quella idrica, che fu interrata e dimenticata.
L'occasione del tour sotterraneo è stata motivo di interazione con i rappresentanti dell'ass.ne stessa, Andrea Busi (presidente) e Alberto Palamidessi, che ci hanno amabilmente accompagnato e ai quali abbiamo posto diverse domande proprio mentre percorrevamo i cunicoli ipogei, da loro conosciuti palmo a palmo.
Alberto Palamidessi, a sinistra e Andrea Busi, a destra, in un momento del nostro tour
L'impressione che ne abbiamo ricavato è che siano ragazzi animati dalla più pura passione verso le loro radici storiche; estremamente coinvolgenti e preparati, con pochi mezzi a disposizione e tanta determinazione, si sono posti obiettivi importanti e stanno dimostrando di concretizzarli. Instancabili e goliardici , fanno ricerca seria divertendosi. Fin da bambini si sono posti domande in merito, ad esempio, all'arco bianco che tutti vediamo stando in Piazza Vittoria guardando verso la chiesa di Sant'Agata: dove va a finire quell'arco? Come mai c'è un muro tamponato, al di sotto? Grazie alla sana curiosità infantile, a distanza di 25 anni hanno dato una risposta, proprio scandagliando il sottosuolo.
Così spesso nascono le Cose, dall'iniziativa volontaria di singoli o gruppi, che poi diventano progetti importanti e scoperte utili alla collettività.
I ragazzi dell'Ass.ne hanno collocato 13 "totem" in superficie, cioè dei pannelli informativi storico-culturali che sensibilizzino i passanti su cosa stanno camminando e che cosa si trova sotto palazzi, chiese, vie e piazze del centro storico.
- D: Dove si possono trovare questi "totem"?
- R: Si trovano a Porta Pile (P.le C. Battisti); in via Battaglie (Palazzo Calini ai Fiumi); Vicolo S. Faustino (incrocio Contrada del Carmine); Via S. Faustino (Pz.tta del Ponticello); Via Elia Capriolo (angolo V. S. Faustino); Contrada Pozzo dell'Olmo; Corso Garibaldi (angolo Via Delle Battaglie); Largo Formentone; P.zza della Vittoria-chiesa di Sant'Agata; Via Fratelli Porcellaga (angolo Corso Palestro); Via A. Calini (angolo Via Dandolo); Via F. Cavallotti (angolo Corso Zanardelli); Via Moretto (pz.tta San Domenico). Le descrizioni sono in italiano e in inglese.
- D: Quali sono i corsi d'acqua che questi "totem" rendono visibili?
- R: Il Bova, il Celato, il Garza, Il Molin del Brolo, il Dragone e il Guzzetto.
Come apprendiamo, la maggior parte delle persone conosce il fiume Mella, che tutt'oggi scorre a cielo aperto per la città e, personalmente, avevo sentito nominare il Garza. Ma che potessero esistere parecchi altri fiumi, canali e rivi a Brescia, è una vera scoperta. Si pensi che esistono anche nomi come "Venerdì" e "Sabato", non è uno scherzo. Poco più di un rigagnolo, il secondo un tempo era gonfio d'acqua ma...solo di sabato (da cui trae il nome), quando un consorzio alzava le chiuse per irrigare la campagna. il Sabato origina dal Molin del Brolo e, passando nel cuore cittadino, portava acqua fino a Folzano, disperdendosi poi nelle campagne. E' una delle tante curiosità che sono state tratte dall'oblio dai ragazzi di "Brescia Underground", con i quali ora ci apprestiamo a varcare la soglia che ci separa dal mondo di superficie a quello sotterraneo.
Adeguatamente equipaggiati con doppie calze pesanti, felpa o giubbino e guanti impermeabili, gambali e caschetto (questi ultimi forniti dall'Ass.ne), siamo pronti a scendere.
Il presidente dell'Ass.ne "Brescia Underground", Andrea Busi, apre la magica Porta Rossa, l'ingresso al mondo sotterraneo e nascosto di Brescia
Oltrepassata la "Porta Rossa", sulla quale campeggia la dicitura "Brescia Underground", si para davanti ai nostri occhi un mondo inimmaginabile: un fragoroso fiume che scorre inesorabile verso sud, formando una piccola cascata. Archi e volte dal sapore medievale, cunicoli e gallerie misteriose piene d'acqua. L'area è attrezzata con una passerella su cui i visitatori possono passare e cominciare ad orientarsi. Mentre Alberto finisce di aiutare il gruppo di 25 persone a scendere nell'acqua, Andrea s'appresta a spiegarci dove ci troviamo: al "Serraglio". Dobbiamo infatti dire che il percorso che stiamo cominciando sarà scandito da 8 "tappe" o punti nodali che sono i seguenti: 1- IL SERRAGLIO; 2-L'ABSIDE DELLA CHIESA DI S. AGATA (largo dei Custodi); 3-IL PONTE DEL FURO; 4-IL PONTE DELL'ARCO VECCHIO/ Decumano Massimo (Laghetto a sud della Loggia); 5- LA CONFLUENZA DEL BOVA NEL CELATO; 6-LA TORRE MEDIEVALE; 7-IL PONTICELLO;8-LA CHIESA DI S. MARIA DEL CARMINE.
1) Il "Serraglio" è uno snodo idraulico importantissimo, dove le acque del Bova e del Celato vengono regolate da due saracinesche o paratoie. Risale al Medioevo ma le volte sono rinascimentali. L'incrocio determina due nuovi corsi d'acqua che assumono il nome di Molin del Brolo (a sinistra) e Guzzetta e Garzetta (a destra), che poi -verso meridione - vanno a finire nelle campagne. Il Bova, come il Celato, origina da un braccio del Mella all'altezza del ponte di Collebeato e insieme costituivano, dall'Alto Medioevo al tardo 1800, risorse importanti per l'economia cittadina pre-industriale, servendo botteghe artigiane e gli opifici dislocati lungo il loro corso, ove naturalmente vi erano dei mulini. Una società scomparsa, di cui rimane muto testimone solo il sottosuolo.
Noi ora risaliremo la corrente del Bova e del Celato (che come vedremo confluiscono, ad un certo punto), andando verso nord, e usciremo da un tombino all'altezza della chiesa del Carmine, dopo un tragitto di circa 1500 m.
Ci attende la parte più recondita, più misteriosa e intima di questa parte della città. Partiamo per questa ennesima avventura!
L'autrice sorride mentre si appresta ad inoltrarsi nei misteriosi cunicoli
- Il percorso (con intervista)
Dopo un tratto illuminato e sufficientemente alto, siamo costretti a piegarci e procedere chini, tutto s'è fatto oscuro ed è rischiarato solo dalle torce. Estremamente suggestivo e interessante dal punto di vista sensoriale.
- D: Come mai questo tratto è così piatto a basso e il soffitto è di cemento armato?
- R: Deriva da una deviazione eseguita negli anni '70 (del XX secolo), per la costruzione del parcheggio di P.zza Vittoria...
Dura solo pche decine di metri, questo angusto procedere, e ci permette di sfociare nel cosiddetto "Largo dei Custodi", dove campeggia l'icona di "Brescia Underground", come a voler ribadire l'immenso lavoro svolto per recuperare e rendere accessibile al pubblico questa meravigliosa realtà. E' il "loro" posto, di cui si sentono custodi. Lo amano e lo tutelano, a dispetto di inevitabili ostacoli burocratici.
- D: Ci sono investimenti in questo campo da parte di organismi amministrativi o governativi?
- R: In alcun modo. L'Associazione è sganciata da qualsiasi forma di dipendenza economica o politica, siamo liberi, ci autofinanziamo.
- D: Con chi collaborate?
- R: Collaborazioni tante, se ci vengono richieste. Il nostro scopo principale è la ricerca, la documentazione e l'esplorazione del sottosuolo della città di Brescia. Un sottosuolo un po' particolare, in quanto principalmente siamo concentrati sui corsi d'acqua nascosti sotto il centro storico. Abbiamo, in questo, avuto il supporto di privati e istituzioni, perchè le nostre attività hanno attirato attenzione e ottenuto un insperato successo sia dal punto di vista socio-culturale che didattico. Effettuiamo visite guidate aperte al pubblico, nel ventre della città. Siamo disponibili però a perlustrare vecchie cantine, aree dimenticate, ipogei spesso contornati da leggende e mistero. Abbiamo operato anche all'estero, sempre in contesti sotterranei particolari.
- D: Fate dunque anche molta ricerca d'archivio, insieme ai vostri sopralluoghi diretti?
- R: Moltissima! Abbiamo raccolto un archivio che comprende campagne fotografiche, articoli, testate, interviste, pubblicazioni, manoscritti rari, planimetrie, che si possono consultare contattando la nostra sede.
- D: So che ogni anno si volge un "Meeting" che riunisce gli esploratori professionisti di fiumi sotterranei del mondo. Anche Brescia ha ospitato l'evento, da voi organizzato?
- R: Si, ogni anno a febbraio, si tiene l' "Internationa Drain Meet" (IDM), dall'idea di un famoso esploratore urbano londinese. L'evento richiama ricercatori del settore provenienti da ogni parte del globo, per un "giorno di condivisione", e il 23 febbraio 2013 lo abbiamo ospitato proprio noi di "Brescia Underground", con grande soddisfazione.
Il nostro gruppo nel "Largo dei Custodi"
Il "Largo dei Custodi" è situato sotto l'abside della chiesa di Sant'Agata, che poggia direttamente su questa sorta di ponte costruito dalla Serenissima per sorreggerla. In loco esisteva già la chiesa medievale, ma la Serenissima Repubblica Veneta volle ingrandirla e così l'abside (rettangolare) si ritrovò ad appoggiarsi sul fiume. Sapere che sopra le nostre teste, mentre siamo qui sotto in un'atmosfera di indicibile suggestione, vi sia la parte più sacra della chiesa, acuisce i sensi alla massima potenza! Non è un punto qualsiasi, e Andrea ce lo fa palesemente capire, raccontandoci -oltre ad una storia personale relativa alla sua famiglia al tempo del fascismo- l'importanza dei particolari, come il frammentino di malta impermeabilizzante delle pareti, il suo odore; la sua stessa presenza, vecchia di secoli, è pervasa dall'energia di chi l'ha applicata, di chi ha vissuto, di chi "è stato". E che non c'è più, se non nelle opere rimaste. Le quali, anche solo per questo, molto semplicemente, devono essere riscoperte, valorizzate e conservate.
L'arco del ponte su cui poggia l'abside della chiesa di Sant'Agata. Fu realizzato durante il governo della Serenissima Repubblica Veneta. Il tamponamento del ponte con muro di cemento fu contestuale all'interramento del corso d'acqua
Resistite per secoli, le vecchie Pescherie medievali dell'odierna Piazza Vittoria (che non esisteva) dovettero cedere il posto all'architettura fascista che, di fatto, spazzò via la memoria di una Brescia antica, che in superficie è scomparsa ma che "sotto", proprio dove ci troviamo, possiamo in parte ritrovare e immaginare. Sensazioni intime che raggiungono l'anima di chi, come noi, ama risalire le tracce e gli echi del passato.
Mentre proseguiamo il nostro tour, riflettiamo sulla passione che hanno dentro questi giovani, sull'importanza dei progetti che coltivano. Sono lontanissimi dalla noia, dall'inconsistenza, dalla passività che purtroppo dilaga tra molti della loro età. Hanno un ideale, uno scopo, un'attività concreta in continuo divenire; pensano e agiscono a tratti in modo silenzioso, nascosto, e a tratti irruento, come i fiumi che solcano, andando dove li porta il cuore. E il loro è lì sotto, almeno fino a quando non avranno risolto tutti i misteri e i segreti che vi si annidano. Li sento vicini perchè anche chi scrive possiede la stessa caparbietà di voler Capire (e le ricerche che dal 2002 ad oggi ho pubblicato nei miei siti e nei miei libri penso lo dimostri).
Un altro flash sul nostro indimenticabile percorso di "Brescia Underground"
3) Stiamo aggirando il Palazzo della Loggia, che è in superficie, ma non passaremo sotto l'edificio perchè nel 1939 venne fatto un "by-pass" in cemento (che vediamo bene stando qui sotto), che deviò il corso fluviale sotto la piazza (e non più sotto il palazzo). Prima di tale epoca la Loggia (eretta dai Veneti nel 1492) aveva le sue fondamenta su palificazioni gettate nel Garza- Bova- Celato, oggi asciutte perchè non passa più l'acqua. Nei pressi si situava il Ponte del Furo, termine che si può tradurre come "furto", il ponte dove quindi avvenivano dei furti, ma di cosa? Di acqua, ovviamente, elemento vitale. Specialmente il furto avveniva in previsione dei periodi di "magra", quando il Bova e il Celato erano un po' asciutti. Senza acqua i mulini non giravano e non si poteva produrre farina per il pane. Questo è un ponte vero e proprio, del 1187, dove la gente passava regolarmente. Noi ne vediamo la parte inferiore, quella che guarda il letto del fiume. E' in marmo di botticino e si chiamava "Pons Furis"; venne coperto alla fine del XVI secolo (1570), quando terminarono i lavori del Palazzo della Loggia.
Quanta storia sconosciuta stiamo apprendendo. Gli occhi vedono realtà architettoniche che le parole di Andrea trasformano in immagini d'epoca, come passassero attraverso una pellicola filmata. E' una sensazione da brivido e di meravigliosa bellezza sensoriale.
4) Il Ponte dell'Arco Vecchio. Un altro ponte, ma stavolta ancora più antico: infatti siamo all'altezza del Ponte Romano, che ha oltre duemila anni. Siamo a livello del Decumano Maximo sul Garza (asse viario E-O, da Via Verolanense a via Mediolanense, attuale Via Garibaldi). Dietro il ponte c'erano le mura, siamo quindi in un punto di grande interesse, un manufatto dall'antichità autentica, tra i primi elementi architettonici che modellarono la città di Brixia. Ha una luce di 13 metri, un'ampiezza di 9 m ed è rimasto in medolo di Brescia (marmo di Botticino ben visibile nella chiave di volta). Sotto il Ponte passavano i due fiumi Bova e Celato, che erano in connessione con un laghetto perduto, che si allargava dove oggi è il lastricato di Piazza Formentone. Lì, dove degli alberi disegnano un quadrato della dimensione approssimativa di 16 m x 7, si doveva trovare lo specchio d'acqua, da cui fuoriuscivano i due canali. Tra di essi vi era un molo, la cui unica testimonianza è data da un dipinto di un pittore bresciano, l'impressionista Giovan Battista Ferrari (conservato in collezione privata). Egli ritrasse il molo con alcuni personaggi intenti in alcune attività; intorno all'acqua si specchiavano abitazioni e il palazzo della Loggia. Sembra Venezia!
Copia del dipinto di G.B. Ferrari (1851)
Nel 1865 il laghetto doveva già essere compromesso o scomparso, perchè l'acqua venne dirottata nel condotto più piccolo e furono tamponati degli archi.
- D: Il vostro progetto è di riportare alla luce il molo?
- R: Certamente si; abbiamo avviato dei progetti che hanno dato buoni risultati. Ci abbiamo creduto fino allo spasimo! I documenti d'archivio non sono molto chiari sull'ubicazione di quel molo, che pare abbiano tutti dimenticato. Abbiamo ufficializzato la scoperta degli ultimi 4 anni, mettendo al corrente il Comune e la Soprintendenza. Il problema è che quando nel 1939 vennero abbattute le abitazioni del quartiere tardo-medievale per fare degli uffici (mai realizzati, fortunatamente), il materiale delle demolizioni andò a riempire la vasca del laghetto. Abbiamo dovuto portarla via con mezzi meccanici, liberando 90 mq di spazio, al fine di ritrovare il molo.
- D: Bellissima scoperta! E adesso cosa accadrà?
- R: Il nostro progetto finale è comparso sul "Corriere della Sera" quattro volte; si tratta di un grosso progetto italiano, tutto nostro. E' necessaria la collaborazione con la Soprintendenza perchè se dovessimo trovare il molo, dopo aver liberato lo spazio, dovremo carotare l'attuale Piazza Rovetta e, se i calcoli sono giusti, ridoneremo alla cittadinanza il laghetto, che tornerà di tutti noi.
- D:Un progetto notevole, che andrà a colmare un vuoto conoscitivo e restituirà ai bresciani un frammento della propria storia. Complimenti!
Vano portato alla luce e liberato dalla macerie dall'Ass.ne "Brescia Underground"
Dopo aver proceduto un altro po' nel fantastico percorso, nel fulcro del mistero, nel ventre della città, giungiamo al "vetro sul fiume Garza". Si tratta di un'installazione esclusiva di "Brescia Underground", come ci racconta Alberto Palamidessi: "Si, l'abbiamo progettata e messa in opera, tutto a carico nostro, con la collaborazione di alcuni Enti come la Fondazione ASM/A2A, la Fondazione Dolci, il Comune, il Comprensorio del Fiume Celato e Led Lenser. Ad un chiusino preesistente, abbiamo sostituito questo tombino di vetro temperato che consente a chi è in superficie di osservare il corso dell'antico fiume, poichè il vetro ha 4 fori dai quali si può vedere sotto". Si trova in via San Faustino, poco prima dello slargo di Via Formentone.
Il tombino di vetro visto da "sotto": si distinguono le sagome di edifici in superficie. Viceversa, i passanti possono vedere il corso d'acqua attraverso i fori
5) Un altro tratto ancora e ci troviamo all'altezza di Vicolo dell'Angelo (che sta sopra di noi), dove avviene la confluenza del Bova con il Celato. Le acque sono più tumultuose, il fragore è forte e inoltre la presenza di un grosso pilastro a base quadrata che sorregge le volte, crea resistenza. Ma noi seguiamo senza timore le nostre guide e prendiamo a sinistra, verso il ramo del Bova, dove il flusso si normalizza.
Scrivere è una cosa, ma viverle -certe esperienze- vi assicuro è tutt'altro paio di maniche! E' un mondo parallelo a quello di superficie ma in cui lo spazio e il tempo non sembrano più contare, come stessimo vivendo in una dimensione con caratteristiche proprie.
Attraversiamo un punto in cui si trovava l'antico Mulino di Rua Confettora; un' estroflessione del muro accentuava la resistenza dell'acqua aumentandone il flusso; lì c'era la ruota idraulica che azionava il mulino, le botti della concieria che vi si trovava. Anzi qui vi erano più concerie e si conoscono anche i nomi dei loro proprietari (i più noti i Pollini, i Pulì dell'omonima «Curt»), per tutti loro l'acqua era l'elemento indispensabile. Le pelli, lavate con l'acqua del fiume, venivano poi fatte asciugare nelle caratteristiche "altane", sorta di loggiati situati alla sommità dei caseggiati alti e stretti.
La "finestra" sotterranea dalla quale si può sbirciare l'antica concieria dov'era collocato il Mulino di Rua Confettora
Più avanti, le memorie della prima macelleria urbana di Brixia. Ci troviamo nei pressi del "Ponticello", la base del primo macello comunale cittadino (1200). Era importante avere una beccheria urbana, un orgoglio e un vanto, e questa si situava proprio in p.zza del Ponticello. Straordinaria la base di una Casa-Torre medievale (1100) della Porta Urbica del Ponticello (scomparsa), che affonda direttamente nell'acqua. E' un privilegio poterla vedere perchè in superficie non esiste più nulla. Le Porte urbiche avevano, lateralmente, le cosiddette "munite e turrite", ovvero delle torri merlate che difendevano le mura e le Porte stesse. Trovare dunque questa memoria storica qui sotto è davvero molto emozionante e importante per la conoscenza della storia di Brescia.
Vestigia della Casa- Torre medievale, preziosa testimonianza di una Brescia scomparsa
Il gruppo si avvia verso la conclusione del fantastico tour ipogeo
Il tour sta per terminare: ci inchiniamo sotto un tratto dalle volte molto basse, per poche decine di metri (le nostre schiene ringraziano!). Poi, in fila indiana, ci spostiamo sulla sinistra perchè il Bova continuerebbe il suo decorso facendosi più profondo (e necessiterebbe di attrezzatura specifica), saliamo quindi la scaletta che ci porta all'aperto. Emergiamo dal tombino che è posto di fronte alla facciata laterale dell' imponente Chiesa di S. Maria del Carmine, all'angolo di Via San Faustino. Chissà cosa pensano i passanti, vedendoci vestiti così...Qualcuno ce lo domanda: "Dove siete stati?". Sorridiamo e pensiamo "Sapeste!!". Ma qualcuno ci dice che ha già fatto il tour e condivide il nostro entusiasmo! Vediamo il "totem" in superficie: pensare che fino a pochi istanti fa eravamo lì sotto! Immortaliamo con una foto-ricordo questo gruppo che si è amalgamato pur senza conoscersi e ci apprestiamo a ripercorrere al contrario, all'aperto, lo stesso tragitto fatto in sotterranea. Non è la stessa cosa, non c'è più quella magia nè l'irripetibile emozione: speriamo averla potuta almeno trasmettere.
Foto-ricordo e...occhio al tombino, da cui siamo usciti. E' il simbolo dell'Ass.ne "Brescia Underground"!
- Per tutte le informazioni consultare il sito ufficiale dell'Associazione Brescia Underground
- Si ringrazia Andrea Busi, Alberto Palamidessi, il TCI
- Le riprese video-fotografiche sono state gentilmente autorizzate dall'Ass.ne "Brescia Underground". Vivi il tour dal vivo con il nostro video. Buona visione!
(Autrice: Marisa Uberti. Testo e foto non possono essere riprodotti senza autorizzazione e/o citazione delle fonti).