La Lettera caduta dal Cielo:
la Lapide di Piazza a Brugnato (SP)
(Marisa Uberti)
Nel Museo Diocesano di Brgunato (SP) è conservata una lapide assai interessante, seppure quasi dimenticata: è la cosiddetta "Lapide di Piazza", cioè proveniente dalla chiesa di S. Maria di Piazza che si trovava nella vicina località di Deiva Marina. Il reperto fu trasferito nell'area archeologica del Museo Diocesano di Brugnato. Sulla lapide è inciso un lunghissimo testo che riproduce una lettera che Gesù Cristo avrebbe scritto personalmente e che sarebbe caduta dal cielo. Non ne sapevate niente? Nemmeno noi, fino a poco tempo fa. Per questo siamo andati direttamente a documentare il manufatto, per apprenderne la storia e i chiari risvolti simbolico-leggendari.
Il reperto dal punto di vista materiale. Si tratta di un blocco di marmo di 44 x 120 x 15 cm sul quale vi sono almeno tre tipi di iscrizioni: una breve nello spessore sinistro (guardando il pezzo), e due sul davanti. La prima parte si riferisce alla dedicazione di una chiesa avvenuta il 20 Maggio di un anno ignoto a vari santi, che sono citati: il SS. Salvatore, S. Michele, S. Martino, San Giorgio. La cosa più interessante è l'iscrizione seguente, dopo la linea di frattura: fu composta tra il VII e l'VIII secolo d.C. riproducendo un testo neotestamentario apocrifo molto noto, la Lettera di Nostro Signore Gesù Cristo (Epistola Domini Nostri).. Questo testo viene citato nelle fonti antiche ma generalmente veniva riprodotto su pergamena. Che sia stato scritto su pietra è una novità e il reperto ha anche un altro primario valore: è la copia più antica che si conosca della Lettera. Il testo originale, se così si può chiamare, si daterebbe al VI secolo d.C.
Il reperto dal punto di vista religioso. Si tratta della più antica testimonianza locale dell'evangelizzazione del territorio rurale del Levante ligure.
Immaginiamo un povero diavolo, che magari non sapeva nemmeno leggere, quando si sentiva recitare il testo di quella Lettera, che si credeva fosse caduta dal cielo, anche perchè il testo inciso sulla lastra comincia così:
INIZIA LA LETTERA DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO SALVATORE
MANDATA DAI CIELI
PER IL GIORNO SANTO E GLORIOSO
DELLA DOMENICA [1]
L'obiettivo era quello di instillare timore di Dio in coloro che si portavano appresso straschichi del paganesimo e che la domenica non la santificavano, non andavano a Messa e continuavano a lavorare. La società cui era rivolta doveva essere già in parte cristianizzata ma ci voleva qualcosa di "forte" per scuotere le coscienze.
Cosa contiene? La prescrizione di rispettare la domenica e i giorni festivi (religiosi) e, dopo aver ricordato i benefici che il Signore ha accordato agli esseri umani, lancia una serie di catastrofi in caso in cui non venga rispettata la prescrizione, considerate come "giusta punizione". Coloro che continueranno ad ignorare l'imposizione "divina" dovranno aspettarsi ulteriori castighi. Ai pagani vengono rivolte minacce e promesse di terribili malattie, fame, cecità e morte subdola se non rispetteranno i dettami. In questo testo si evince l'intento di esortare, ammonire ed ammaestrare il popolo in piena epoca di dominazione longobarda in Liguria. I santi citati nell'iscrizione superiore, infatti, sono cari ai longobardi (Michele), ma anche ai bizantini (Martino e Giorgio) con un intento di propaganda religiosa ben mirata.
Chi l'ha realizzata? Non si sa con certezza. L'ipotesi è possano essere stati i monaci di San Colombano di Bobbio, che possedevano uno Scriptorium, e a cui si deve la fondazione della prima cellula monastica a Brugnato (VII-VIII secolo d. C.), quando i Longobardi avevano conquistato la Liguria. In realtà i monaci impiantarono la costruzione su una più vetusta basilica cimiteriale. Con il tempo, il piccolo cenobio si ampliò fino a diventare un centro nevralgico sia dal punto di vista religioso che economico. L'abbazia dipendeva da quella di Bobbio e ricevette privilegi e protezione imperiali. Ma già in epoca longobarda il monastero di Brugnato venne beneficiato dai sovrani Rachis, Astolfo, Liutprando e Desiderio. Ricco e potente, il cenobio disponeva di possedimenti in Val di Vara e oltre, era indipendente dai feudatari e dai vescovi ed era soggetto direttamente alla Santa Sede. Nel XII secolo, quando godeva della protezione della Repubblica di Genova, Brugnato fu elevata a sede vescovile dal papa Innocenzo II nel 1133, suffraganea e dipendente dalla Diocesi di Genova. La situazione di privilegio di Brugnato sollevò inevitabili contese tra i nobili feudatari, intenzionati a prenderne possesso. Lasciamo al lettore interessato di approfondire le sorti del paese. La concattedrale dei Santi Pietro, Lorenzo e Colombano di Brugnato è oggi parrocchia della omonima diocesi di La Spezia-Sarzana-Brugnato. All'interno, con due sole navate, sono visibili importanti scavi effettuati nel sottosuolo dell'edificio. Accanto alla cattedrale si trova il Palazzo Vescovile, sede del Museo Diocesano.
Interno della concattedrale di Brugnato
Deiva Marina. Come abbiamo detto findal titolo, la lapide proviene dall'antico Santuario di Nostra Signora dell'Assunta (o Santa Maria) di Piazza, in localita Piani della Madonna, comune di Deiva Marina. Sarebbe stato eretto nel 1002, quand'erano feudatari Ita e Oberto Da Passano, sulle vestigia di un pre-esistente edificio di culto. Perchè sia stata trasferita a Brugnato lo ignoriamo.
L'iscrizione sul bordo. La breve iscrizione sul bordo si riferisce a una celebrazione che si tenne tra il 28 maggio e il 3 giugno, forse correlate ad un rituale di consacrazione e dedicazione (di una chiesa?) che è citato nella prima parte dell'iscrizione della faccia anteriore (che ricordava il 29 maggio di un anno imprecisato). Tale celebrazione durò una settimana ma metà del testo è andata perduta e non si hanno maggiori informazioni; si citano la Vergine Maria e altri due santi (di cui uno forse è San Pietro), ma questi ultimi non sono identificabili.
Immaginiamo come dovesse sentirsi angosciato un povero diavolo, che magari non sapeva nemmeno leggere, quando ascoltava recitare il testo di quella Lettera, che si credeva fosse caduta dal cielo, anche perchè il testo comincia così:
INIZIA LA LETTERA DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO SALVATORE
MANDATA DAI CIELI
PER IL GIORNO SANTO E GLORIOSO
DELLA DOMENICA
L'obiettivo era quello di instillare timore di Dio in coloro che si portavano appresso straschichi del paganesimo e che la domenica non la santificavano, non andavano a Messa e continuavano a lavorare. La società cui era rivolta doveva essere già in parte cristianizzata ma ci voleva qualcosa di "forte" per scuotere le coscienze.
L'amore per la Ricerca ha spinto i nostri due passi in questo paese situato ai piedi della dorsale dell'Appennino ligure, in posizione mediana lungo il corso del fiume Vara e in prossimità dei torrenti Gravegnola e Chiocciola. Oggi appare marginale rispetto alle località turistiche costiere (non dimentichiamo che a breve distanza si raggiungono le splendide Cinque Terre) ma visitandolo abbiamo compreso quanto fosse importante un tempo, quando si trovava su una direttrice di comunicazione forse già attiva in epoca romana (come alcuni scavi archeologici visibili nel Museo Diocesano farebbero pensare). Di grande rilevanza è il Ponte sul fiume Vara che in antico permetteva il collegamento dell'Appennino ligure con la costa, in particolare della strada che congiungeva Pontremoli a Sestri Levante. Le origini del ponte potrebbero essere romane ma è sicuramente attestato dal Medioevo. A pochi chilometri si trova, inoltre, il paese di Zignago, dove fu ritrovata la prima Statua-Stele, nei pressi del torrente Gravegnola in località Villa di Novà il 29 dicembre 1827. Prima di una serie di ritrovamenti che continuano nel tempo e note come Statue- Stele della Lunigiana, di cui ci siamo occupati in questo sito. Recentemente l'abbiamo ammirata nel Museo Archeologico di Genova Pegli, dov'è conservata. Sono tutte correlazioni che fanno pensare, riflettere, ragionare. Tanti tasselli di un immenso mosaico.
La Lapide di Piazza non era originariamente a Brugnato ma in una isolata chiesa tra i monti sopra Deiva Marina, che comunque dista poco da Brugnato stesssa. I santi cari agli "Ariani" e quelli "tradizionali" sembrano convivere tutti insieme nelle iscrizioni, segnale che l'area fosse già stata cristianizzata e si fosse raggiunta una certa pacificazione religiosa tra diverse culture. Ma il reperto ci suggerisce quali fossero i mezzi di cui il sopraggiunto cristianesimo si avvalesse per convertire tutta la popolazione rurale o montana, che era quella che più di tutte rimaneva legata a culti pagani, a pratiche legate al mondo della natura. Per il contadino che fosse domenica o un giorno feriale non faceva differenza ma per la dottrina cristiana era un atteggiamento pericoloso, quasi un'eresia. L'esistenza della lapide suggerisce anche la paura, da parte del clero, che la gente non aderisse volontariamente alla nuova religione, per questo era necessario usare l'arma del terrore psicologico e delle minacce. Che Gesù non aveva mai scritto, naturalmente e che meno che mai aveva fatto pervenire dal cielo! Ma in un'epoca come quella era difficile sottrarsi alla suggestione, che si presentava sotto forma di imposizione divina. Tuttavia è lecito chiedersi come mai la Chiesa sfruttasse un documento apocrifo, rigettato dai Testi Canonici. Teniamo presente che l'Epistola Domini Nostri iniziò a circolare, su pergamena, nei primi secoli del Cristianesimo e in area siro-palestinse, probabilmente. Dalla lettura dell'originale (v. nota 1) o perlomeno della traduzione di quello che si ritiene essere l'originale contenuto nei Vangeli apocrifi, si viene a sapere che la Lettera del Signore, Dio e Nostro Salvatore Gesù Cristo, era stata mandata nell'antica città di Roma, nel tempio del Santo Apostolo e capo degli Apostoli, Pietro... Ed ebbe grande diffusion,e però la riproduzione su marmo conservata a Brugnato è un unicum. Almeno fino ad oggi.
[1] Il testo integrale contenuto nei cosiddetti Vangeli apocrifi, cioè che non fanno parte dei Vangeli canonici e che non sono riconosciuti dalla Chiesa Cattolica, si può scaricare da questo link