Castro dei Volsci (FR)
(questa voce fa parte dello SPECIALE "Tour in Ciociaria 2021")
In questo caratteristico paesino ciociaro arroccato su uno sperone dei Monti Ausoni, nella Valle del fiume Amaseno, siamo giunti soprattutto per documentare le svariate Triplici Cinte che nel corso del tempo ci erano state segnalate [1] e che è sempre opportuno andare a rivedere per apprezzarne l'integrità e la leggibilità, potendolo fare. Naturalmente, perlustrando il borgo per questa ricerca, abbiamo potuto vederne l'impianto urbanistico, conoscere a grandi linea la sua storia millenaria, i suoi monumenti, i suoi vicoli, dove sembra che il tempo si sia fermato. E' stata una piacevole esperienza.
Abbiamo trovato diversi pannelli dislocati nel paese i quali, illustrandone i monumenti, menzionano anche le Triplici Cinte presenti sui muretti, sulle soglie delle abitazioni, sui gradini, nei pressi delle chiese, ecc. Tuttavia la descrizione che viene fatta di queste incisioni è superficiale e arbitraria, calcando troppo la mano sulla valenza esoterica mentre proprio questi schemi di Castro dei Volsci, valutati per dimensione, posizione e contesto, sembrano a tutti gli effetti dei tavolieri da gioco (frequentissimi in paesini dove un tempo non vi erano molti divertimenti e ci si arrangiava come meglio si poteva). Anche quelli che sono incisi su blocco in verticale, appartengono con ogni probabilità al fenomeno del reimpiego. Sarebbe invece da investigare a pieno titolo la valenza sociale rappresentata da questi giochi incisi, in quale epoca e fino a quando si sono utilizzati, perchè forse qualche persona anziana che ricorda di avervi giocato la si trova ancora. Sarebbe importante anche sapere se avesse ricordo di qualcuno che gliene abbia parlato (nonni, genitori), al fine di ricostruire una minima storia di tutte queste TC, perlomeno di quelle ancora chiaramente visibili e forse non troppo antiche.
Rimandiamo pertanto alle quattro schede presenti nel nostro Centro Studi Triplice Cinta che, illustrando le incisioni del filetto, parlano anche dei contesti in cui si trovano, cioè i vari quartieri storici:
Quartiere di San Nicola, situato appena fuori dalle mura e sede dell'insediamento più antico di Castro dei Volsci, che solo in seguito si spostò più in alto, con il fenomeno dell'incastellamento (presso la Chiesa di S. Nicola si trova attualmente una TC visibile, delle due che si vedevano un tempo).
Quartiere S. Maria, che prende il nome dalla presenza della chiesa omonima. In questa zona abbiamo documentato 10 esemplari di TC.
Via Civita circonda ad anello la parte più alta del paese e qui si trovano i monumenti più importanti e ben 7 TC.
Porta della Valle e via Porta di Ferro, due importanti direttrici del centro storico, che collegano il paese con l'esterno, da due diversi punti cardinali. Lungo queste vie abbiamo documentato 6 esemplari e altri tropppo consunti.
Si tratta di due importanti direttrici del centro storico, che collegano il paese con l'esterno, da due diversi punti cardinali.
Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/castro-dei-volsci-fr-2/
Maggiori informazioni https://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/castro-dei-volsci-fr-2/
Castro dei Volsci è stata la patria di Nino Manfredi, che vi nacque nel 1921; al grande artista l'Amministrazione Comunale e la Proloco hanno dedicato un' installazione nel cuore del borgo, in cui troneggia una gigantografia del suo volto: avvicinandosi si noterà che l'intera faccia è costituita da lettere (dritte, capovolte, mescolate) che contengono una frase, un brano che l'attore aveva scritto (M'è nata all'improvviso una canzone):
"SO QUESTE LE DORCEZZE DELLA VITA
CHE MANCO T'ARIVORTI E E' GIA' FINITA
E' TANTO POCO QUELLO CHE CE DA'
E ALLORA E' MEJO A METTESE A CANTA'!"
Particolare degli occhi e delle sopracciglia, costituiti da lettere, così come i capelli e tutto il resto del volto. I materiali sono resina, gesso, colla, quarzo acrilico, cemento e ferro
L'opera di Umberto Cufrini è situata tra Via Porta di Ferro (già Via Vallebuona, dove si trova la casa natale di Manfredi) e la Torre dell'Orologio, che ospita la mostra permanente dedicata all'attore.
(Autrice di testo e foto: Marisa Uberti, pubblicato in questo sito il 22/12/2021. L'immagine sotto il titolo si riferisce a Porta della Civita e Torre dell'Orologio)
[1] In particolare da Giancarlo Pavat e da Giulio Coluzzi, grandi pionieri in questo campo di ricerca nel Lazio meridionale