Sperlonga (LT): la Grotta di Tiberio, la villa e il Museo Nazionale

[Questo aticolo fa parte dello speciale "Tra il Circeo e Sperlonga"] 20/10/2022
 
a cura di Marisa Uberti
 
Dopo la caduta di Roma, qualcuno profanò volutamente la residenza estiva che era stata dell'imperatore Tiberio dal 14 al 26 d.C.; in particolare i quattro colossali gruppi statuari che narravano le gesta di Ulisse (la cosiddetta "Odissea di pietra") furono ridotti in migliaia e migliaia di frammenti (quasi 16.000!) e deposti nella piscina circolare antistante la Grotta, facendoli scomparire. Sarebbero ritornati alla luce solo nel 1957. Siamo andati In agosto a visitare il complesso archeologico della Villa e Grotta di Tiberio, il cui ingresso parte dal bellissimo Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga. Nella spettacolare Grotta, un tempo pavimentata con marmi preziosissimi, colonnati, statue, giochi d'acqua, un ninfeo e un Cubicolo-alcova, avvengono fenomeni astronomici legati ai Solstizi; in particolare al Solstizio estivo avviene una ierofania che doveva rivestire un'importanza particolare per l'imperatore e per i suoi privilegiati ospiti. L'apparato "scenografico" costituito dai quattro gruppi scultorei delle gesta di Ulisse, posizionati nella grotta senza che nessuno ostacolasse la vista dell'altro, avevano una parte precisa nelle cerimonie che si svolgevano all'interno della Grotta. Sotto l’apparato “scenografico” potrebbe quindi annidarsi un substrato molto più recondito, legato al mito, al rito, all'iniziazione misterica, alla legittimazione imperiale. Dalla sorprendente e meravigliosa esperienza nella spelonca, saremo pronti per proseguire la visita alle rovine della Villa, di cui è stato scavato poco rispetto alla sua estensione, ma quel poco è molto interessante. Il Museo Archeologico accoglie le statue, pazientemente ricomposte con un lavoro certosino, per talune tutt'ora in corso. SI tratta di capolavori che, orribilmente sfregiati, hanno recuperato l'antica "forza" e donano emozioni indescrivibili.
Nel 26 d.C. una frana causò il crollo improvviso di alcuni blocchi della Spelonca, provocando la morte di un paio di servitori e lo stesso imperatore fu tratto in salvo da un suo liberto appena in tempo, mentre era in corso un banchetto proprio nel triclinio estivo. Questo fatto, inquadrato come segno infausto, determinò la decisione da parte di Tiberio di abbandonare per sempre la Grotta, preferendogli la Villa di Capri. La residenza di Sperlonga fu abitata comunque da altri proprietari, che pare abbiano incrementato la collezione statuaria. La continuità abitativa dovrebbe essere perdurata fino al periodo tardo-antico (come testimonia la ceramica domestica ritrovata) ed è documentata una presenza monastica sui ruderi (dal VI al IX secolo almeno). Una Cappella cristiana si insediò infine in una struttura alla destra della Spelonca, intorno al XVIII secolo.
Il sito della Villa e Grotta di Tiberio tornò alla luce con i lavori per la realizzazione della nuova SS Flacca, che fino al 1957 non esisteva (esisteva l'antica Via Flacca, realizzata già nel II sec. a.C.). A quel punto di aprì un mondo, con il ritrovamento dei marmi che, grazie ad un risoluto intevento popolare, restarono in loco e non furono portati a Roma. Oggi sono il fiore all'occhiello del Museo Archeologico Nazionale di Sperlonga, dove continua la paziente e meticolosa operazione di assemblamento e ricostruzione dei frammenti che compongono i gruppi statuari.
Di tutto questo parliamo nel nostro video-documentario, buona visione!