San Felice Circeo (LT): dalla Maga Circe ai Templari (Parte II)

a cura di Marisa Uberti
 
(Questo articolo fa parte dello Speciale "Riviera di Ulisse" -23/10/2022)
 
 
Dopo aver curiosato, nella prima parte, tra le pieghe della storia e della mitologia ed esserci arrampicati sulle tracce dell'Acropoli del Monte Circeo, è il momento di ridiscendere e di andare a visitare il borgo storico di San Felice. Riagganciandoci a quanto detto nella prima parte, l'Urbs (centro storico) e l'Arx (l'altura) non erano considerati isolati o a parte gli uni dagli altri ma ricompresi in un progetto fortificato unitario. I blocchi megalitici che costituivano la fortificazione d'altura si ritrovano infatti anche nella città bassa, seppure in piccole parti delle mura.
Visitare il centro storico con i principali monumenti è molto agevole perchè le "tappe" salienti sono scandite da pannelli che consentono di individuarle prontamente sulla mappa. Numerosi altri siti archeologici di epoche diverse si trovano sul territorio di San Felice Circeo o nelle immediate vicinanze e si consiglia di informarsi preventivamente sulle loro aperture (molti ci risultano chiusi o in fase di riqualificazione, v. qui).
L'itinerario si svolge all'interno di quello che era il perimetro murario, con le sue porte, che attualmente sono principalmente tre (Porta Antica, Porta Ovest e Porta Nuova) e tre strade che lo attraversano. In realtà il tracciato originario è romano e si articola intorno al classico sistema urbanistico del cardo e del decumano, le due strade principali e perpendicolari che si incontrano in un solo punto. Gli accessi primitivi alla città erano due. Passeggiare tra le sue animate viuzze di impronta medievale offre la possibilità di conoscere la sua offerta culturale ma anche gastronomica, con una nutrita schiera di locali che con la bella stagione espongono i tavolini all'aperto. Affascinanti gli affacci e gli scorci che si godono da parapetti, terrazze o giardini dove un tempo c'era tutt'altro, come il Belvedere di Piazza Mazzini dov'era situato il cimitero medievale (chi lo direbbe?). Molto è stato alterato ma si può ancora andare a cercare testimonianze dell'antico passato.
 
Mappa del centro storico di San Felice Circeo
  • La chiesa della Madonnella
Non si trova sulla mappa, tanto per cominciare alla maniera dei nostri "due passi". In genere la visita inizia oltrepassando la Porta al Ponte, al limitare della trafficata strada che separa il moderno centro dal Monte Circeo. Noi però adocchiamo una chiesetta, esterna alle mura, quasi nascosta e ci dirigiamo in quella direzione. Apprendiamo che si tratta della Chiesa della Beata Vergine della Pietà. popolarmente detta della Madonnella, risalente al XIII secolo. Le forme attuali depongono per un rimaneggiamento moderno ma è all'interno che rimaniamo di stucco! Forse, in origine, esisteva un edificio circolare (tempietto romano?).
L'antico piano di questa piccola chiesa era molto più basso dell'attuale e lo si vede chiaramente osservando l'abside, la cui volta  è...a portata di mano: impressionante vedere gli affreschi in questa posizione! La volta poggia su sette nicchie in semicircolo e delle quali non vediamo la parte terminale perchè sono quasi interamente coperte dal piano di calpestio attuale. La chiesa, nel 1822, venne infatti rimaneggiata per volontà dell'arciprete don Tommaso Capponi; fu aiutato dalle elemosine popolari e da un legato testamentario di una devota. Gli abitanti si resero sempre custodi della manutenzione della chiesa.
La volta dell'abside mostra il Padre Eterno con un Libro in mano, nel mezzo di una Gloria di forma ovale sostenuta da otto angeli sospesi nell'aria; al di sotto la Madonna ai piedi della Croce con Cristo morto in grembo e ai lati sei angeli che suonano vari strumenti. Nelle fasce laterali della volta sono dipinti alcuni Santi e martiri i cui nomi erano riportati in un'iscrizione in colore rosso (cinabro) che girava sotto la cornice, ma l'umidità ne aveva compromesso la leggibilità (riemersa con i restauri del 2008). Ai piedi della Beata Vergine è rappresentato un personaggio inginocchiato in atteggiamento supplichevole, considerato un membro della famiglia Caetani, che fece costruire il tempio. L'uomo è abbigliato secondo l'uso dell'epoca con giubbone fino alle ginocchia, calze e calzoni di coloro rosso e casco in testa. Nelle inferriate della chiesa resistevano, nel XIX secolo, le armi della casata dei Caetani. La chiesa accoglie il Sacrario dei Caduti in Guerra.
 
Le sette nicchie
 
  • La Rocca di Circei
Da questo lato della strada ammiriamo dall'esterno il complesso dell'ex Rocca che appartenne ai Cavalieri Templari, seppure per un breve periodo. L'esistenza della Rocca è molto precedente alla loro presenza, datando all'altomedioevo. Dopo la Colonia romana di Circei, l'area subì le invasioni barbariche e si ha un buco temporale fino a circa l'anno Mille. Nell'829 Circei conobbe una prima devastazione e i pochi abitanti sopravvissuti si rifugiarono a Terracina. Tutto il secolo fu segnato da battaglie navali fra Saraceni e Stato Pontificio. L'antica colonia era sparita e da quel momento in poi il centro abitato cambiò nome in Rocca Circei, Rocca Circea, Rocca de Circeio, Castrum Sancti Felicis, Locus Sancti Felici. Quanti cambiamenti toponomastici! La Rocca Circea fu ricostruita, dopo la sua distruzione, o dai papi o dai terracinesi. Fu in seguito governata dalla signoria di Marino di Formosa che,  in cambio di ampie concessioni e libertà, chiese protezione armata e alleanza militare con l'esercito di Gaeta.
Nel 1138 Gaeta cadde sotto il regno dei Normanni; di conseguenza anche la signoria di Marino di Formosa abbandonò la Rocca Circea che verrà occupata per breve tempo proprio dai Normanni. Il XII secolo vide l'arrivo alla Rocca Circea dei Frangipane che all'inizio del XIII secolo, furono aspramente contestati dai terracinesi, che occuparono la Rocca. Nel 1239 il papa Gregorio IX affidò ai terracinesi il compito di fortificare la Rocca, sempre più cosciente del fatto che si trattasse di un importantissimo punto strategico di difesa per lo Stato Pontificio.
 

La Torre dei Templari e il Convento

 
Superata la Porta al Ponte ci si ritrova in piazza Lanzuisi, circondata da edifici che rappresentano ancora oggi il centro nevralgico e amministrativo  cittadino. Nel 1239, in un periodo di aspre lotte fra il papa Gregorio IX e Federico II, il pontefice ordinò ai Cavalieri Templari di impossessarsi della Rocca Circea. L'imperatore infatti aveva intenzione di attaccare da sud lo Stato Pontificio. I Templari già erano in possesso della chiesa di S. Maria della Sorresca (Sabaudia) ma solo nel 1239 il papa ordinò di riattivare e di fortificare la Rocca Circea. È in questo periodo che la Rocca cambiò nome in Castrum Sancti Felicis. Oggi nel centro storico di S. Felice Circeo è possibile osservare i luoghi costruiti ed abitati dai Templari che eressero un Convento e la Torre che oggi domina la piazza centrale. Nel 1259 il Castrum Sancti Felicis venne dato a un nuovo signore: Giordano Pironti-Conti. Lui e i suoi discendenti governarono il paese fino alla fine del secolo, quando per occupazione violenta passò sotto la guida della famiglia Annibaldi di Roma.
La Torre è databile tra il 1239 e il 1259, cioè al periodo in cui i Monaci-Cavalieri erano presenti in loco; ha merli alla guelfa e si eleva su un basamento di epoca romana. Sappiamo che nel 1506 fu fatta sopraelevare da Guglielmo Caetani [1]. Una nuova sopraelevazione fu realizzata tra il 1808 e il 1822 dal principe Stanislao Poniatowskii [2], opera che andò ad occultare la precedente. Con il principe, la cittadina di San Felice perse l’aspetto di borgo fortificato che lo caratterizzò fin dal Medioevo, trasformandosi al contrario in un luogo dov'era piacevole dimorare, così come oggi lo conosciamo.
Lungo la scaletta in pietra che porta alla terrazza della Torre, si trova l'antico accesso alla torre stessa: all'interno ha oggi sede la Proloco ma nel Medioevo vi era la Cappella dei Templari.
 
Interessante accesso alla Torre dei Templari: l'interno del locale è oggi occupato dalla Proloco, ma un tempo era la Cappella templare
 
La scala in pietra continua con una moderna scala che conduce alla terrazza della Torre, da cui ci si può affacciare su Piazza Vittorio Veneto, la più importante del cento storico e molto animata.  Si potrà vedere un orologio sulla Torre, risalente al XVIII secolo e trasferito qui dal principe Poniatowskii. All'interno della Torre è allestita una mostra permanente intitolata Homo Sapiens e Habitat (ma al momento della nostra visita era chiusa). Abbiamo accennato nella prima parte di questo lavoro agli importanti ritrovamenti paleolitici nelle grotte del promontorio. Vi si trova inoltre la Collezione che Elsa de Giorgi ha lasciato al comune di San Felice Circeo. Dalla terrazza è possibile vedere la struttura del Convento dei Templari, le cupole e le guglie della chiesa di San Felice e, secondo la stagione, i terrazzi fioriti che guardano il mare. Ci sono tanti bellissimi scorci in questo borgo! Scendendo e uscendo da piazza Lanzuisi dalla parte opposta da cui siamo entrati, e portandosi dietro la Torre, si potrà trovare la Piazza del Convento, dove aveva sede il Convento costruito e abitato dai Templari tra il 1239 e il 1259, mentre lavoravano alla ricostruzione della Rocca, che era in rovina. Si possono vedere esigue tracce dell'antico chiostro, le stalle, le celle mentre la memoria è rimasta viva nei toponimi (come il Ristorante "Scuderie Templari", che espone anche il beauceant e la croce vermiglia). Si sa, i Templari attraggono sempre i turisti, anche perchè il locale sorge proprio nella piazza dell'antico Convento templare.
 
Esistono sicuramente sotterranei all'altezza di Piazza Vittorio Emanuele, forse legati ai Templari. Sul retro del Municipio (sotto piazzale San Francesco) è nota la presenza di un lungo acquedotto di origine romana ma utilizzato ancora in epoca medievale, che alimenta tutt'oggi la fontanella di piazza Mazzini al Convento. Negli anni '40 del XX secolo furono resi percorribili circa 120 metri di percorso sotterraneo, ed era stata eretta una cortina di mattoni ma il tragitto prosegue con pareti scavate direttamente nella roccia. Scrive Carlo Gallone: "Alcune stalattiti, ancora in formazione, ornano la volta. Al di sotto dell’attuale edicola, poi, c’è una grande cisterna, visibile da una porta in ferro" (fonte).
 
  • Il Castello o Palazzo Baronale

Fu riedificato nel 1506, dopo la distruzione operata nel 1441; nel 1620 fu ampliato e collegato alla Torre per iniziativa dei Caetani. Fu poi sempre il principe Poniatowskii a farlo sopraelevare nel 1808. Oggi è sede del Municipio ma in passato ha ospitato diversi pontefici.

La ex-corte baronale

  • Anna Magnani

La grande attrice non nacque a S. Felice Circeo ma fu la prima, tra i vip del cinema, a comprarvi una villa alla metà degli anni '50 del XX secolo, stabilendosi qui. E' infatti sepolta nel locale cimitero (insieme ad altri personaggi dello spettacolo, come Renato Rascel, Alberto Lupo, Marisa Merlini). Ad Anna Magnani è intitolata una via del borgo e anche il cinema cittadino, dove una targa  la ricorda (il Cinema è ubicato nell'antica corte baronale e a pochi passi dalla Torre dei Templari).

Uscendo dalla corte si incontra l'ingresso del Museo Archeologico ma al momento della nostra visita era chiuso. 

  • Chiesa di San Felice Martire
Appartiene alla Diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno ed è in pieno centro storico. Si presenta al visitatore con uno stile moderno, ma ha origini remote. Fu ricostruita all'inizio del 1900 dopo che l'edificio precedente fu demolito. E' dedicata al santo che dà nome al Promontorio fin dal 1259: lo sappiamo perchè è così appellato nell’atto di passaggio del promontorio dai Cavalieri Templari alla famiglia dei Pironti. La chiesa conserva le reliquie del martire e da qui parte la processione che, nel giorno della festa del Santo (29 luglio), dopo la Messa solenne, si snoda per i vicoli tra canti e preghiere. La statua viene condotta per le strade a spalla dai membri della Confraternita di San Felice Martire, che ne sorreggono anche il reliquiario. La festa religiosa si fonde poi con quella folcloristica, con giochi, danze, e uno spettacolo pirotecnico sul mare la sera stessa.
Ci si può chiedere chi sia San Felice. Esistono infatti diversi santi venerati con questo nome, a partire da Felice, o Felicio, uno dei primi martiri cristiani della storia, della cui vita si sa poco o nulla, mentre certo è il luogo della sua sepoltura: a Roma, lungo il terzo miglio della via Portuense, nel cimitero che poi prenderà il nome proprio da questo Santo. La presente chiesa fu consacrata alla fine del 1700 a Felice II anzichè al martire Felice, ma l'identità rimane incerta [3].
 
Facciata di ingresso della Chiesa di San Felice
  • Scalinata Tommaso Lanzuisi (letterato e storico del Circeo, 1923-2018), già Via Antica Porta
Antica Porta con la Scalinata Lanzuisi
Porta Nuova, moderno ingresso al cento storico
Porta Ovest ad arco a tutto sesto
 
  • Vigna "La Corte"

Nell'angolo nord-est della cerchia urbana, oltrepassata l'antica porta di accesso al cardo romano, incontriamo questo ampio appezzamento di terreno, adibito a Parco, un tempo riservato all'uso del feudatario, prima dei Caetani e poi della Camera Apostolica. Si ritiene che anche i Templari vi coltivassero vigneti. Insieme alla vigna coltivata per secoli a ridosso delle antiche mura ci sono rosmarino, odori mediterranei, aranci e altri alberi da frutto bellissimi in primavera. Il terreno, rispetto all'abitato, occupava un'area molto estesa.  Le antiche mura mostrano ancora i merli e le feritoie; si tratta di un breve tratto, comunque (quattro merli distanziati da un metro ciascuno); ogni due merli era posta una feritoia (internamente larga 30 cm e alta 60 cm). Le mura delimitavano una piazza, chiamata "ammazzadora", che fa pensare che vi si macellassero gli animali.

E' possibile che in questa area vi fossero gli alloggi dei soldati addetti alla sorveglianza del Castello. Doveva esservi anche una piccola torre di guardia a pianta quadrata; vi si accedeva tramite un camminamento in legno addossato alle mura castellane (sono ancora visibili i quadrati per l'appoggio dei pali lignei). Attualmente è una gradevole passeggiata, con vista sul mare; dei vialetti corrono in discesa arrivando in basso, quasi a lambire i resti di un'antica villa romana, nota come "Villa dei Quattro Venti", in cui dimorò il Triumviro Marco Emilio Lepido durante il suo esilio da Roma dal 36 a.C. La domus marittima fu trasformata dal principe Poniatowski nella propria residenza, dotata di un portico (ancora in piedi) da cui godeva di una vista privilegiata. Il nome "Villa dei Quattro Venti" deriva dal fatto che il principe vi fece realizzare una torretta/osservatorio. L'area archeologica è accessibile solo con visite guidate.

 
Nel tempo che abbiamo avuto a disposizione (tenendo presente che siamo saliti anche al Monte Circeo, v. prima parte), questo è quanto abbiamo potuto ricavare dalla nostra visita, la quale ci ha sorpreso e coinvolto a diversi livelli di attenzione. Sicuramente è un luogo da approfondire e se vi sarà un'altra occasione di tornare in questa splendida Riviera di Ulisse, non mancheremo di perlustrare anche i siti archeologici che ci sono sfuggiti, sperando siano fruibili al pubblico. Nella sottostante Gallera fotografica abbiamo inserito parecchie altre immagini di questo indimenticabile borgo.
 
 
[1] Questa famiglia subentrò nella proprietà del feudo nel 1301, quando gli Annibaldi vendettero loro tutto il Castrum Sancti Felicis. Il regno della famiglia Caetani sarà lunghissimo: più di 400 anni!
[2] La storia di San Felice Circeo è molto articolata ma in questa nostra breve trattazione ricorderemo un ulteriore personaggio, che molta parte ha avuto nel volto attuale della cittadina: il principe Stanislao Poniatowskii, che acquisì il borgo nel  1808. Anche se resse il Circeo solo per meno di un ventennio, il suo nome è ben radicato nella memoria collettiva, così come nella toponomastica del paese, visto che si fece promotore illuminato di diversi interventi che migliorarono effettivamente le condizioni della popolazione, per la quale, aumentata notevolmente di numero, costruì nuove abitazioni nella parte bassa del paese
[3] https://www.circei.it/san-felice.html
 
 
 
Per approfondire: