Speciale Roma: sulle tracce dei luoghi di San Paolo

Il fascino di una Roma un po’ insolita

(a cura di Marisa Uberti)

INDICE degli argomenti trattati:

       Inquadramento storico -biografico (in questa pagina)

PREMESSA

Abbiamo voluto intraprendere un itinerario romano nei luoghi che secondo la tradizione cristiana hanno legami diretti con l’Apostolo delle Genti. Alcuni sono celeberrimi, altri assai meno ma possiamo affermare che è valsa la pena visitarli tutti (quelli trovati aperti), che siano oggi prestigiose basiliche o angusti ipogei. Come sempre ci siamo posti acriticamente documentando luoghi e monumenti con le tradizioni che li accompagnano.

Inquadramento storico-biografico di Paolo 

Paolo è una figura centrale per la diffusione del Cristianesimo a Roma e quindi nell’Occidente. Centrale ma controversa (e su questo non vogliamo entrare, anche perchè non ne abbiamo approfonditi studi, che invece necessitano). Il suo nome giudeo-ebraico era Saulo ed era cittadino romano (Paolo è il nome latinizzato); la sua patria natale era Tarso, nell’attuale Turchia ed era figlio di un tessitore di tende, professione che egli stesso svolgeva. Fu educato sotto Gamaliele a Gerusalemme (Atti 22:3) in una rigida setta farisaica (Galati 1:14, Filip 3:5-6) [1].

Non è noto in che anno nacque esattamente (si ritiene tra il 7 e il 10 d.C.) e il suo martirio data al 67 d.C. a Roma. Ciò che conosciamo di lui – oltre alle fonti patristiche e agli Apocrifi - è attestato dagli Gli Atti degli Apostoli[2] e dalle 13 Lettere[3] che scrisse a varie comunità del tempo per convincerle a convertirsi al cristianesimo. Eppure egli non conobbe Gesù Cristo ed era di religione ebraica; inizialmente si dimostrò particolarmente avverso alla neonata “setta” cristiana, ritenuta pericolosa e difficile da debellare. In At 8,3 è scritto che Saulo “cercava di distruggere la Chiesa: entrava nelle case, prendeva uomini e donne e li faceva mettere in carcere[4]. In qualità di strenuo difensore della propria fede ebraica, è menzionato per la prima volta come partecipante alla lapidazione di Stefano (che diverrà il primo martire cristiano, cioè protomartire). Era quindi un nemico degli Apostoli, i seguaci di Cristo che andavano diffondendo la dottrina che Egli aveva tramandato; per tale motivo i discepoli si dispersero in varie città, tra le quali Damasco. Venutolo a sapere, Saulo richiese l’autorizzazione al sommo sacerdote di partire per quella città al fine di riportare i fuggiaschi dinnanzi al Sinedrio. Sulla strada per Damasco però - come tutti abbiamo imparato fin da piccoli – avvenne qualcosa di inspiegabile con la ragione: in At 9,3-6 si racconta che Saulo fu colto da una luce accecante che lo fece cadere dalla sella del proprio cavallo, mentre una voce (che si qualificò come quella di Gesù) gli domandò il motivo di quella persecuzione, invitandolo ad alzarsi, recarsi in città e seguire ciò che gli si impartiva di fare[5]. Questa esperienza, che rese Saulo momentaneamente cieco, lo lasciò sconvolto e da lì iniziò un nuovo capitolo della sua esistenza. Fu accolto dalla piccola comunità cristiana, si fece battezzare e, presentandosi nella Sinagoga, narrò quanto gli era accaduto. Gli ebrei non la presero bene; del resto dobbiamo pensare che i primi cristiani fossero originariamente di fede ebraica; convertendosi al nascente cristianesimo, disonoravano la loro fede. La questione non era di poco conto e del resto fu oggetto di discussione. Dopo aver conosciuto gli Apostoli che si erano rifugiati a Damasco (quelli che Saulo era andato a stanare), si stabilì una reciproca fiducia e in breve Saulo si fortificò nello spirito cristiano. La comunità ebraica però gli era ostile e anche alcuni cristiani, che lo ricordavano come un loro persecutore. Tornato a Tarso e ripresa la sua attività di tessitore, cominciò l’opera di evangelizzazione che lo portò – insieme a Barnaba (tra i primi ebrei convertiti) – ad Antiochia, dove esisteva una cospicua comunità di cristiani. Viene descritto come un personaggio dalla mentalità aperta, colto, parlante varie lingue e capace di intrattenere conversazioni con persone della più varia estrazione sociale. Intraprese diversi viaggi[6] (tra il 50 e il 60 d.C.) e operò conversioni anche tra i “gentili” (pagani, gli abitanti dei pagi romani). Con gli Apostoli si pose una questione rilevante: i convertiti dal paganesimo dovevano rispettare o meno i precetti della tradizione ebraica? Il problema maggiore per Saulo fu rappresentato dalla comunità ebraica, che lo accusò di predicare contro la legge (considerato, di fatto, un apostata), e per questo fu arrestato più volte, nonché di aver introdotto nel Tempio un pagano convertito[7]. A quel punto fu arrestato a Gerusalemme e messo sotto processo; tradotto a Cesarea Marittima, avrebbe fatto sicuramente una brutta fine se non si fosse appellato al governatore romano in Giudea: Saulo si dichiarò cittadino romano e come tale chiese di essere giudicato secondo il diritto romano; per poter ottenere questo, doveva essere tradotto a Roma davanti all’imperatore, che a quel tempo era Nerone (dal 54 al 68 d.C.). La richiesta fu accolta e da lì iniziò il lungo e travagliato viaggio che portò Paolo a Roma[8]. Sulla nave vi erano sicuramente anche altri prigionieri; il nostro protagonista era accompagnato da una guardia perché era pur sempre in attesa di giudizio. Gli avvenimenti sono narrati nella parte finale dei già citati Atti degli Apostoli, (At 27,1-28,14), che furono redatti da qualcuno che era insieme a Paolo nel viaggio. Molti autori ritengono si tratti di Luca l’evangelista, che forse era anche medico (Paolo soffriva di svariate patologie). L’imbarco avvenne a Cesarea e toccò numerose città, facendo anche naufragio a Malta, dove Paolo e i suoi accompagnatori si trattennero per tre mesi in attesa della primavera. Da lì, in un tempo relativamente breve, facendo tappa a SiracusaReggio e Pozzuoli (ove è attestata la presenza di una comunità proto-cristiana), l’apostolo raggiunse Roma a piedi (verosimilmente entro il 60 d.C.). E’ interessante seguire l’itinerario descritto negli “Atti”, che citano la sosta presso una località chiamata Tres Tabernae, una mansio situata lungo la Via Appia (XXXIII miglio dell’Appia) a una cinquantina di chilometri  a sud della capitale (attualmente nel comune di Cisterna di Latina). Qui Saulo avrebbe incontrato un gruppo di cristiani romani che avevano saputo del suo arrivo e delle peripezie del viaggio. Gli scavi archeologici hanno riportato alla luce questa antica mutatio[9], che era dotata anche di terme.

 


[1]   https://www.coramdeo.it/articoli/no-saulo-il-persecutore-non-divento-paolo-lapostolo/

[2] Atti è composto da 28 capitoli e narra la storia della comunità cristiana dall'ascensione di Gesù (1,6-11) fino all'arrivo di Paolo a Roma (28,16), coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63 d.C. Oltre che su Paolo, l'opera si sofferma diffusamente anche sull'operato dell'apostolo Pietro (da Wikipedia). Il libro descrive il rapido sviluppo, l'espansione e l'organizzazione della testimonianza cristiana prima tra i giudei e poi nelle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo

[6] Nel primo viaggio fu a Cipro e in diverse città della Galazia, poi ancora ad Antiochia e Gerusalemme; nel secondo viaggio nella Galazia meridionale,  Macedonia e Grecia, Rimase un anno a Corinto, per poi raggiungere altre città tra cui Efeso, ancora Gerusalemme, Antiochia, da cui intraprese un terzo viaggio. Fu per tre anni ad Efeso, quindi ancora in Macedonia, a Corinto e altre città, visitando comunità che lo avevano accolto precedentemente; rientrò infine a Gerusalemme, che avrebbe lasciato non più da uomo libero. Per approfondire i viaggi di Paolo vedasi un buon riassunto: https://letterepaoline.net/2009/04/04/gli-itinerari-dell%E2%80%99apostolo-paolo/

[7] Trofimo di Efeso, nominato in At 20,24; 21,29 e in 2Tim 4,20: l’accesso al Tempio di Gerusalemme era assolutamente interdetto ai non Ebrei, cui veniva riservata l’area detta appunto “Atrio dei Gentili"

[8] “Quando fu deciso che ci imbarcassimo per l'Italia, consegnarono Paolo, insieme ad alcuni altri prigionieri, a un centurione di nome Giulio della coorte Augusta” (Atti 27,1). Per seguire tutto il viaggio descritto vedasi: https://www.vatican.va/archive/ITA0001/_PWW.HTM

 

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Pubblicato il 19/12/2024