<a href=https://ponlinecialisk.com/>cialis online ordering[/url]
La Chiesa templare di San Tommaso Becket a Cabriolo (PR)
(Marisa Uberti)
Continuano i nostri due passi lungo la via Francigena e le sue varianti. Siamo ora in territorio parmense, ricco di manieri nobiliari e di antiche pievi romaniche. In questo territorio abbiamo più volte transitato e visitato diversi luoghi interessanti. Cabriolo è un piccolo borgo nel comune di duomo di San Donnino costituiva uno snodo di elezione per i pellegrini in transito sulla Via Francigena.
Fidenza , in cui ilIl tratto parmense di questa antica direttrice, o Strada di Monte Bardone, rappresentava in epoca medievale, uno dei maggiori punti strategici di tutto l’asse viario della penisola, passaggio obbligato per il valico dell'Appennino tra Emilia e Toscana. Su questo asse abbiamo già fatto tappa a Fontevivo, a Fidenza, a Sanguinaro, a Parma, a Fornovo al Taro e a Berceto.
E’ assodato che la chiesa di Cabriolo sia nata come cappella dei Cavalieri Templari, che qui possedevano una casa-convento e l’ospedale (mansio); a quel tempo la località era nominata “Cacobrolo” e rientrava nel territorio della pieve di Borgo San Donnino (attuale Fidenza, dalla quale dista pochi chilometri), dove sorgeva una Commanderia dell’Ordine nell’area denominata "capite pontis" (odierno ponte Caprazzucca). All’epoca di Sigerico (950 circa-994), quella di Fidenza era la XXXVI mansio (tappa), quella di Sce Domnine (San Donnino).
La chiesa è dedicata a San Tommaso Becket (1118-1170), arcivescovo di Canterbury che morì assassinato forse per ordine del re inglese Enrico II, durante la lotta tra la Corona inglese e Santa Romana Chiesa. Nel 1173 Tommaso venne santificato come martire da papa Alessandro III. Fu un santo particolarmente caro ai Templari, che gli intitolarono diverse chiese. Pare che il santo in persona abbia soggiornato in questa mansio templare, ma non solo lui: migliaia di pellegrini medievali hanno transitato di qui, per la sua posizione lungo la Via Francigena.
Appena lasciata Fidenza, sulla prima collina che si incontra fuori città, si troverà facilmente l’edificio, abbarbicato sulla modesta sommità.
La parte più antica è costituita dall’abside, datata tra la fine del 1100 e l’inizio del 1200. Il materiale che caratterizza la chiesa è il mattoncino rosso; nella parte absidale notiamo sette archi ciechi e lesene e le tre bellissime monofore in cotto, di cui solo quella centrale è originale (nel corso del tempo venne tamponata, per essere poi riaperta nel 1954).
La parte absidale e la torre campanaria sono le prime strutture che si vedono, appena saliti sull'altura
La navata e la facciata sono un po’ più tarde (prima metà del 1400), mentre la cappella laterale è da scriversi al XVII Secolo. Il campanile, certamente non coevo alla primitiva costruzione, ha una base risalente al XV secolo ma fu terminato nel XIX secolo (la cella campanaria data 1928). Non vi sono segni o simboli templari, non più, ma il monumento ha subito delle sostanziali trasformazioni, nei secoli.
Il visitatore può oggi ammirare un apparato decorativo interno degno di attenzione: venne scoperto nel corso di lavori sul lato sinistro della navata e data al 1350 circa. Rappresenta la SS. Trinità, Cristo Crocefisso, alcuni Santi tra cui Giovanni Battista, Pietro, forse Sant'Antonio Abate e due devoti, identificati come i committenti, che sono inginocchiati in preghiera ai piedi del primo santo, che ha un volto di un'intensità particolare. Particolare è pure è la presenza dell’ Arcangelo Michele nell’atto della Psicostasia o pesatura delle anime, di derivazione pagana (la troviamo infatti già nell’Antico Egitto). Questa chiesa fu dunque affrescata da maestranze dotte, che lavorarono per una committenza altrettanto dotta.
Dettaglio della Psicostasia
La Trinità è raffigurata come tre persone uguali e distinte, davanti ad una tavola imbandita[i]: rara iconografia occidentale, molto più usata in ambito bizantino-ortodosso.
A sinistra, le tre persone della Trinità davanti ad un banchetto, al centro l'Arcangelo Michele e, a destra, la scena della Crocifissione
L’intero affresco è visibilmente scalpellato, operazione che si eseguiva correntemente per far meglio aderire lo strato di intonaco successivo (che di fatto andò a coprire gli antichi affreschi).
Abbiamo trovato anche una icona (moderna) che riproduce la Madonna Nera di Częstochowa.
La chiesa sta risentendo del passare del tempo: tra l’altro si trova su un terreno argilloso che le scosse sismiche degli ultimi anni, unitamente alle grosse radici degli alberi vicini, hanno fatto “muovere”, con conseguente pericolo per la staticità dell’edificio stesso, ragion per cui si stanno raccogliendo fondi per salvarla[ii].
Sarebbe un vero peccato che si aspettasse l’irreparabile, visto che è un luogo di memorie, non solo della mitica epopea templare, ma perché è stata testimone di tanti fatti storici importanti e, da quando è stata ripristinata ufficialmente la Via Francigena come Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa, la Parrocchia di Cabriolo è punto di accoglienza per i pellegrini moderni in transito.
La chiesa è aperta al pubblico.
- Per ulteriori informazioni: Parrocchia di Cabriolo, tel. 0524.81912 - Ufficio turistico di Fidenza tel. 0524.83377
[i] Che trae origine dall’episodio biblico del Signore che visita Abramo nel deserto (Genesi 18, 1-15), fonte: pannello in loco
[ii] Gazzetta di Parma, 2 marzo 2014